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Stasera in TV, 28 febbraio: I soliti sospetti di Bryan Singer

Un geniale thriller ricco di ironia, un cult del quale ora si scoprono purtroppo i lati oscuri...

28.02.2018 - Autore: Mattia Pasquini (Nexta)
Secondo molti uno dei migliori thriller del genere, ma soprattutto uno dei migliori finali di sempre in questo senso, rimane senza dubbio I soliti sospetti di Bryan Singer. Film del 1995 entrato nel culto grazie a una sceneggiatura incredibile e alle interpretazioni di Gabriel Byrne, Kevin Spacey, Stephen Baldwin, Chazz Palminteri, Pete Postlethwaite e Benicio Del Toro… e non solo.

Il film. Dopo una rapina, la polizia di New York sottopone ad un confronto all'americana cinque delinquenti. Sembra che si siano riuniti in modo casuale ma forse non è così. I cinque infatti vengono contattati da un misterioso criminale, Keyser Soze, per un colpo apparentemente suicida. Ma costui esiste veramente? E perché manda cinque uomini al massacro in una nave attaccata al porto? Cosa cerca? Chi è la mente di questo diabolico piano, in cui non si riesce a distinguere la verità dalla menzogna?



Dietro le quinte. Di recente, a seguito dell'ondata di rivelazioni seguite al movimento #metoo, siamo venuti a conoscenza dei retroscena più tristi, come quello delle accuse di Byrne a Spacey per delle molestie che costrinsero la produzione a interrompere le riprese, ma altri sono decisamente più 'gradevoli'. Come la scoperta delle difficoltà dei due suddetti a decifrare lo stesso script - Spacey dovette leggerlo due volte per esser sicuro di averlo capito e Byrne aveva a lungo pensato di essere addirittura lui il colpevole - e di tutti a comprendere lo strano slang di Benicio Del Toro. Ingaggiato proprio su suggerimento del nostro Kevin (mentre sembrava che la parte sarebbe andata a Harry Dean Stanton), si racconta che in una scena Stephen Baldwin arrivò a scordarsi di dare la giusta battuta non avendo capito cosa avesse detto il collega e a che punto fossero della ripresa.

Perché vederlo. Per tentare di godersi la costruzione di uno dei film più sorprendenti dell'era moderna, conoscendo già la sua conclusione. Un colpo di scena dal quale non si può prescindere nel giudizio, ma che se siete tra i pochi fortunati a non aver ancora visto il film ve lo renderà indimenticabile. Un cult nato quasi per caso, e meritatamente, grazie a una architettura narrativa straordinaria, dalla regia elegante, lo script accattivante e il cast straordinario. Un grande Kevin Spacey - prima della damnatio memoriae - e l'altrettanto ispirato Gabriel Byrne valgono da soli il prezzo del biglietto. O della visione, di una vicenda apparente semplice che vi conquisterà con un mix di suspense, tensione, spirito, noir, humour e colpi di scena.



La scena da antologia. Il finale? Ovvio, l'abbiamo già detto. Ma rispetto alle varie fasi dell'incedere dell'investigazione, è un piacere rivedere la scena del confronto 'all'americana'. Quello che definimmo "Uno dei più clamorosi casi di 'bandiera bianca' da parte del regista" parlando di set particolarmente movimentati e insubordinati. Ma se in quel caso la confusione costrinse Singer a inserire nel montato la scena nonostante non fosse quella desiderata, attenzione alla scena nell'ascensore se volete avere un importante indizio di chi sia il tanto famigerato Keyser Soze…

I premi. L'Oscar per il Miglior attore non protagonista a Kevin Spacey e quello per la Migliore sceneggiatura originale a Christopher McQuarrie furono i riconoscimenti più ambiti. Anche se il film raccolse altri titoli anche ai BAFTA (sceneggiatura originale e montaggio) e dalla National Board of Review Award (Miglior cast), che al pari del New York Film Critics Circle Award gratificò ancora il solito Spacey come Miglior Attore non protagonista.

Dove e quando. Alle 21:00 su Iris, canale 22 del digitale terrestre e 11 della piattaforma satellitare TivùSat.