NOTIZIE

Stasera in TV 24 aprile: Dirty Dancing, un mito di cui non ci si stanca mai

Ricordatevi: ‘Nessuno può mettere Dirty Dancing in un angolo’

Dirty Dancing

Dirty Dancing

24.04.2018 - Autore: A.L. 
Prima dei vari Step Up e di Save the Last Dance (film sulla danza al cinema) e della TV dei talent sul ballo come Dance Dance Dance, di Amici, c’è stato un film culto di cui non ci si stanca mai a mostrare per primo come il ballo a due sia tutt’ora il luogo di creazione di un’emozione unica.



Parliamo di Dirty Dancing – Balli proibiti del 1987 diretto da Emile Ardolino. Una pellicola invecchiata benissimo che racconta la forza dell’amore e della danza nel valicare differenze di classe, di carattere e di estetia in un’interessante e ritmata variante del classico dramma romantico. 
 
Il film. Grazie al ballo e nel corso di una sola estate la bruttina e ricca Baby (Jennifer Gray) fa innamorare il fascinoso, povero e passionale maestro di ballo Johnny (Patrick Swayze). All’inizio li dividono ceto sociale di provenienza, pregiudizi, e consapevolezze sia di fascino sia di potenziale erotico. Baby imparerà tuttavia a liberarsi e a sbocciare grazie ai passi di danza di Johnny che invece dal suo lato comincerà a guardare i ricchi con maggiore benevolenza e con meno disprezzo. Lasciata da parte la trama che comunque rimane convincente, il film si accende soprattutto sulla solida colonna sonora – chi non può dire di sapere almeno la melodia di una hit originale come (I’ve Had) The Time of My Life – e sul fascino del protagonista maschile che come un principe azzurro in tutù arriva per liberare la sua principessa dalle rigide regole morali del suo status. Chiaro che con questi elementi il film rimanga ancora dopo più di trent’anni una pellicola capace di scaldare i cuori. 

 
Dietro le quinte. Il film fu un successo molto grande di pubblico nonostante fosse stato girato solo con un piccolo budget e con due protagonisti non particolarmente conosciuti. Tuttavia sia per la Grey che per Swayze il film fu quasi una maledizione segnando a lungo le loro carriere per colpa di un’aderenza molto stretta ai personaggi interpretati nella pellicola. Per Swayze il lutto terminò con il successo di Ghost, la Grey invece non ebbe nessun altro ruolo di rilievo successivo al cinema. 
 
La scena da antologia. L’esibizione finale di Baby e Johnny con la famosa presa ad angelo segna la fine di tutte le avversità e il momento liberatorio che stabilisce con fermezza l’avvio di un nuovo equilibrio. 
 
Perché vederlo. Per cantare tutte le canzoni che non ricordate abbastanza e per muoversi sul divano a ritmo di mambo, bachata o di uno struggente lento sulle note di She’s like the wind
 
I premi. Nel 1988 premio Oscar per la Miglior canzone con (I've Had) The Time of My Life.
 
Dove e quando. Martedì 24 aprile alle ore 21:25 su Italia 1. 
 
FILM E PERSONE