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Stasera in TV, 19 febbraio: Daniel Day-Lewis contro il sistema, Nel nome del padre

Lo scomparso Pete Postlethwaite e una intensa Emma Thompson tra le armi di una drammatica storia vera di ingiustizia e resistenza.

19.02.2017 - Autore: Mattia Pasquini (Nexta)
Tratto dal romanzo autobiografico Proved Innocent di Gerry Conlon, uno dei Guildford Four, il film con cui Jim Sheridan vinse l'Orso d'Oro ci permette di godere di una incredibile interpretazione di Daniel Day-Lewis, che dal Lincoln di Spielberg (era il 2012) non vediamo sul grande schermo… Grazie, quindi, per poter approfittare di questo Nel nome del padre!

Il film. La storia vera di Gerry Conlon, un giovane irlandese accusato di far parte dell'IRA e condannato per strage nel 1974, assieme ad altre tre persone tra cui suo padre Giuseppe, che morirà in prigione 15 anni dopo.



Dietro le quinte. Per prepararsi al ruolo, Daniel Day-Lewis dovette perdere quasi 15 chili e scelse di dormire alcuni notti nella cella usata per le riprese mentre gli altri membri della crew lo insultavano e gli tiravano l'acqua. In 'compenso', poté conservare e usare il proprio accento nordirlandese per tutto il tempo della lavorazioni, sulla scena e fuori. Un peccato, invece, che Gabriel Byrne, nonostante ne fosse produttore esecutivo, abbia alla fine preso le distanze dal progetto, proprio per alcune licenze considerate eccessive… e che gli U2 fossero in tour nel momento sbagliato, o avremmo visto Bono nel ruolo di Paul Hill!

Perché vederlo. Un dramma raccontato con onestà, senza infingimenti (nonostante qualche inevitabile polemica e l'arricchimento dato dai molti dettagli). Per rispetto a una figura e a una storia capaci di una forza inusuale. Resi alla perfezione da un interprete - Daniel Day-Lewis - qui ai suoi massimi livelli e trasposti in maniera rara per la precisione e la passione del testo originario. Una storia universale, di giustizia e principi, ma anche particolare familiare, grazie al toccante rapporto del protagonista con il proprio padre (sullo schermo, un grande Pete Postlethwaite).



La scena da antologia. La subdola minaccia a un Gerry ormai spezzato nel morale, per costringerlo a firmare in bianco la propria condanna, o il gran finale con il simbolico e potente "Io sono un uomo libero, ed esco dalla porta principale", che prelude alla decisione del protagonista di riabilitare il "nome del padre" sono sicuramente tra i picchi emotivi di un film che amiamo soprattutto per il suo mostrare la costruzione e le difficoltà del rapporto tra padre e figlio, anche attraverso momenti come quello che i due grandi attori condividono nella loro cella ripensando alla loro libertà, alla città che li aspetta e alla moglie/madre lasciata sola…

I Premi. Al Festival di Berlino Jim Sheridan vinse l'Orso d'Oro, ma a parte quello si segnalano le sette nomination agli Oscar e le quattro ai Golden Globe (nessuna vittoria). Oltre a una serie di premi minori, da festival e associazioni, a Emma Thompson e Daniel Day-Lewis… e ovviamente il nostro David di Donatello per il Miglior film straniero.

Dove e quando. Alle 22.15 su Iris, canale 22 del digitale terrestre e 11 della piattaforma satellitare TivùSat.