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Stasera in TV 19 aprile: Tutti gli uomini del Presidente, Robert Redford e Dustin Hoffman cronisti d’assalto per il Watergate

Riscopriamo insieme uno dei film culto per raccontare il giornalismo come watchdog del potere

Tutti gli uomini del Presidente

Tutti gli uomini del Presidente

19.04.2018 - Autore: A.L.
Un film che ha ricevuto diversi premi Oscar che non può non vivere di fascinazione per il mondo della carta stampata e di quell’informazione che ha come missione controllare il potere, sfidarlo, farsi da garante di un equilibrio sociale e collettivo.

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Tutti gli uomini del Presidente è uno dei film culto di ieri sul giornalismo e uno degli esempi più riusciti di un genere - cinema e giornalismo investigativo – che ha catapultato negli anni buona parte di pubblico nel caos delle redazioni, nell’adrenalina di avere uno scoop di grande rilevanza per la politica e cercare disperatamente di portarlo alla luce. Insomma se il mondo dell’informazione reale oggi soffre, il cinema sul giornalismo sta invece benissimo. I successi di Tutti gli uomini del Presidente, Spotlight e The Post lo confermano; così come il riscontro di pubblico del film del 1976 diretto da Alan J. Pakula che racconta lo scandalo Watergate cominciato qualche anno prima nel 1972. 
 
Il film. Raccontare lo scandalo Watergate e il ruolo fondamentale del giornalismo investigativo dei giovani cronisti Bob Woodward e Carl Bernstein del Washington Post, interpretati rispettivamente da Robert Redford e Dustin Hoffman, nel rivelare l’abuso di potere da parte dell’amministrazione Nixon, dal punto di vista di chi ha fatto della critica al potere una missione di vita e lavoro. Tutti gli uomini del Presidente è una narrazione avvincente, asciutta, tra film di spionaggio e thriller politico, del lavoro fatto dai due giornalisti per raccontare tramite la loro fonte anonima, Gola profonda, le diverse azioni illegali ordinate dal Presidente Nixon per sabotare gli avversari del Partito democratico. Il film è tratto dal libro omonimo scritto dai due cronisti. Redford fu coinvolto attivamente nel processo di creazione del film sia perché fu lui a suggerire ai due giornalisti di scrivere un libro sulla vicenda dal quale trarre un film sia perché fu produttore esecutivo della pellicola. 

 
La scena da antologia. Particolarmente significativa per descrivere il lavoro certosino di controllo e verifica dei due giornalisti è la scena in cui vengono inquadrati mentre esaminano centinaia di documenti in una biblioteca pubblica. Il rumore della carta sfogliata rimane sempre sullo sfondo mentre l’inquadratura si allarga piano piano. Epica, ma anche iconica degli aspetti più ripetitivi e difficili di una grande inchiesta. 
Dietro le quinte. I due protagonisti impararono a memoria le battute dell’altro per rendere le interruzioni del dialogo tra loro più vive e verosimili. 
 
I premi. Quattro premi Oscar per il film. Miglior attore non protagonista a Jason Robards, Migliore sceneggiatura non originale a William Goldman, Migliore scenografia a George Jenkins e George Gaines, Miglior sonoro a Arthur Piantadosi, Les Fresholtz, Rick Alexander e James E. Webb. 
 
Perché vederlo. Per godere di una storia di determinazione che racconta anche gli intrighi del potere e gli intrecci della politica.
 
Dove e quando. Giovedì 19 aprile alle ore 23:38 su Iris. 
 
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