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Stasera in TV, 18 agosto: Lunga vita a Highlander

Con il 'cult per caso' del videoclipparo di lusso Russell Mulcahy iniziò una saga divenuta anch'essa immortale, pur a modo suo

18.08.2016 - Autore: Mattia Pasquini (Nexta)
Avrebbe dovuto essercene "soltanto uno", e invece fu lo stesso Russell Mulcahy a far seguire al proprio Highlander - L'ultimo immortale del 1986 il sequel Highlander II - Il ritorno (1991), prima di darsi a thriller, horror di serie B e altre saghe (vedi Resident Evil: Extinction e Il Re Scorpione 2). Ma il film originario resta un capitolo imprescindibile, per il suo esser parte di un'epoca - quei fatidici anni '80 - e per la sua costruzione, anche fortunata, benedetta dalla presenza di uno Sean Connery part time al fianco di Christopher Lambert e dalla colonna sonora dei Queen, innamoratisi del progetto.

Il film. Connor MacLeod, nato in Scozia, nelle Highlands, nel 1518, viene ferito gravemente in battaglia nel 1536 e viene per questo ritenuto ormai moribondo persino dalla propria famiglia. Ma quando il giorno dopo si risveglia in piena forma, con le ferite quasi completamente guarite viene immediatamente additato come demone e bandito dal proprio villaggio.



Dietro le quinte. Il film, che inizialmente doveva aprirsi durante una partita di hockey, avrebbe dovuto essere interpretato da Mickey Rourke, che rifiutò. Il suo sostituto, il francese Christopher Lambert, si trovò così a dover imparare l'inglese in brevissimo tempo (dopo il Greystoke - La leggenda di Tarzan, il signore delle scimmie del 1984 nel quale pronunciava davvero poche battute). A modo suo, anche Sean Connery ebbe problemi di tempo, e di fretta, visto che tutte le sue scene del film dovettero esser girate in un'unica settimana per problemi di schedule. Nonostante avesse scommesso col regista che non ce l'avrebbero fatta, Mulcahy vinse la scommessa. Ma sono molte le curiosità su un film tanto celebrato - e non solo per il suo trentesimo anniversario appena festeggiato - come quella della registrazione originale della voce narrante di Connery che sentiamo inizialmente e che l'attore scozzese registrò nella stanza da bagno della sua villa spagnola per i produttori che l'avevano chiamato al telefono…



Perché vederlo. Nella sua Naiveté e approssimazione, questo primo Highlander resta un incredibile cult involontario. Tanto da quasi costringere i produttori a produrne quattro seguiti (ovviamente inferiori e meno fortunati), una serie televisiva (molto amata, anche per un certo spirito trash) e una a cartoni animati. Probabilmente uno di quei casi in cui una ricetta si conferma irripetibile proprio nel tentativo di replicarla, e - per stile, forma, soggetto, personaggi, effetti e integrazione di differenti influenze e riferimenti - un imperdibile opera, picco indiscusso del (fino ad allora, almeno) regista di videoclip famosi come "The Wild Boys" e "Rio" dei Duran Duran, il primigenio "Video Killed The Radio Star" dei Buggles, "Total Eclipse Of The Heart" di Bonnie Tyler e "A Kind of Magic" e "Princes of the Universe" dei Queen.

La scena da antologia. Quasi tutti gli scontri lo sono, insieme alle origini del giovane MacLeod. Ma più della sua (prima) morte e dell'addestramento da parte del nobile Juan Sánchez Villa-Lobos Ramírez, maestro d'armi interpretato da Sean Connery, è probabilmente la sua prima uccisione di un immortale - con 'effettacci' e fulmini annessi - la più sorprendente ed emozionante. Prima di una serie di altre che - tra alti e bassi - sono state capaci di diventare iconiche del franchise e del personaggio.

Dove e quando. Alle 23:05 su Rete 4, canale 4 del digitale terrestre e della piattaforma satellitare TivùSat.