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Stasera in TV 18 agosto: Corvo Rosso non avrai il mio scalpo, il western capolavoro con Robert Redford 

Il grande western revisionista Corvo Rosso non avrai il mio scalpo torna in seconda serata su Iris

Corvo Rosso non avrai il mio scalpo

18.08.2017 - Autore: Marco Triolo (Nexta)
Stasera, Iris propone un grande classico del western americano, un film di enorme importanza nella revisione del ruolo dei nativi americani nel genere. Corvo Rosso non avrai il mio scalpo, capolavoro di Sydney Pollack, sfoggia una delle più grandi interpretazioni di Robert Redford. Ecco perché è ancora oggi imperdibile.
 
Il film. Il veterano della guerra messicano-americana Jeremiah Johnson decide di ritirarsi sulle Montagne Rocciose per vivere come trapper. Dopo varie vicissitudini, stringe un rapporto di mutuo rispetto con la tribù delle Teste Piatte, che gli dona una moglie. Insieme a essa e al figlio adottivo, Jeremiah tenta di costruire una famiglia, ma la sua quiete viene spezzata quando, per scortare una truppa di cavalleria, attraversa un luogo di sepoltura della tribù dei Corvi, che gli giurano vendetta.

 
Dietro le quinte. Il progetto nasce nel 1970, quando Warner Bros. acquista i diritti del libro “Crow Killer: The Saga of Liver-Eating Johnson” di Raymond W. Thorp Jr. e Robert Bunker, che racconta appunto la storia di Johnson. John Milius, futuro regista di Conan il barbaro e sceneggiatore di Apocalypse Now, viene incaricato di scrivere il film. Sam Peckinpah viene contattato per la regia e Clint Eastwood come protagonista, ma Peckinpah non lo sopporta e lascia la produzione. Eastwood sceglie di girare Ispettore Callaghan: il caso Scorpio è tuo (sempre scritto da Milius). Così la Warner offre il ruolo a Robert Redford, che chiama personalmente Pollack alla regia. Corvo Rosso viene dunque girato in un centinaio di location nello Utah, nonostante la richiesta della Warner di girare in studio per tagliare i costi. Pollack fa un mutuo sulla casa pur di raccogliere il denaro aggiuntivo richiesto. Ma fortunatamente il film, che esce nel 1972 dopo una première a Cannes, è un successo.
 
Perché vederlo. Perché unisce uno dei più grandi sceneggiatori americani con una delle più grandi star e uno dei più importanti registi. Perché fa parte di una corrente revisionista che si occupò di rivedere radicalmente l'immagine dei nativi, non più rappresentati come nemici senza volto del progresso ma come popoli orgogliosi e forti, vittime di un genocidio spietato. Redford è spesso solo nell'inquadratura, mentre attraversa maestosi paesaggi innevati. La narrazione è rigorosa, ridotta all'osso. Le immagini e i gesti dicono tutto. Corvo Rosso non avrai il mio scalpo è un capolavoro senza tempo.

 
La scena da antologia. Il finale, con il tanto atteso incontro tra Jeremiah e il suo antagonista Mano Che Segna Rosso, è un momento da pelle d'oca che ha fatto storia.
 
Dove e quando. Su Iris (canale 22) alle 23:11.