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Stasera in TV 17 dicembre: Il cacciatore, la roulette russa di un grande De Niro

Nel capolavoro di Michael Cimino la storia di un'epoca, l'anima dell'America profonda e le prove di un cast indimenticabile.

17.12.2017 - Autore: Mattia Pasquini (Nexta)
Il film che più di ogni altro ha saputo scuotere l'opinione pubblica americana innanzi alla tragedia del Vietnam, come lo presentiamo altrove, Il cacciatore del compianto Michael Cimino resta una vera pietra miliare del cinema moderno, un capolavoro difficile da descrivere in poche righe, ma assolutamente imperdibile.

Il film. Michael, Nick, Steven hanno un loro codice, sono legati per la vita, da esperienze e promesse. E speranze. Che non tutti riusciranno a vedere realizzate, dopo le terribili avventure vissute durante la guerra statunitense in Vietnam, la prigionia e le torture dei Viet-Cong.



Dietro le quinte. È risaputo, ma ugualmente sorprendente, il fatto che lo sputo di Christopher Walken in faccia a Robert De Niro (che non la prese bene) fosse totalmente improvvisato dall'attore, definito coraggioso dallo stesso Cimino. Curioso anche il fatto che per la scena del matrimonio nella chiesa (che richiese cinque giorni di riprese) venne utilizzato un vero prete per il ruolo dell'officiante. Fu inoltre la prima nomination all'Oscar di Sua Maestà Meryl Streep, che durante le riprese era sentimentalmente legata a John Cazale, morto in quello stesso anno. A causa di questo Dustin Hoffamn la scelse per il successivo Kramer contro Kramer, avendo bisogno di una donna in crisi e vulnerabile.

Perché vederlo. Considerato film sulla guerra, o più correttamente sui suoi orrori e sul conseguente rifiuto della stessa, il film è una grande elegia dell'amicizia. Ma sono molte le anime che un tale capolavoro può offrire a ogni spettatore. Sia per le grandi interpretazioni dello straordinario cast messo in campo (Robert De Niro, Christopher Walken, Meryl Streep, John Savage) sia per l'immagine dell'America che trasmette, e in un momento in cui non era affatto banale farlo. Un "testamento di un'era", come lo abbiamo definito altrove, parlando della prova di De Niro, una delle sue migliori di tutti i tempi. E sicuramente una delle più toccanti, a detta dello stesso grande attore, che durante una l'AFI Life Achievement Award: A Tribute to Robert De Niro del 2003 scoppiò in lacrime dopo aver raccontato l'emozione provata durante le riprese della scena in cui il suo Michael andava a trovare Steven (John Savage) in ospedale.
 

La scena da antologia. Inevitabile. Ovvia la scelta della sequenza della Roulette russa cui sono costretti Nick e Michael, prigionieri dei Viet-Cong (poi richiamata e 'conclusa' nella successiva e tragica ripetizione dello stesso confronto). Una scena che tutti ricordano - girata davvero in una capanna lungo il fiume Kwai affollata di topi e insetti - e alla quale molti erroneamente si limitano nella lettura e nella rievocazione di un film che nella sua circolarità e nella sua completezza ha molto altro - meno esplicito e più profondo - da offrire.

I premi. Se i Golden Globe riconobbero solo la Miglior Regia di Michael Cimino, il vero trionfo fu decretato dai Premi Oscar, che sulle nove nomination ottenute trasformarono in statuetta quelle di Miglior Film, Regia, Montaggio, Sonoro e Attore non Protagonista (Christopher Walken). Per il resto, BAFTA, Japanese Academy, Critics Association varie completarono l'opera.

Dove e quando. Alle 23.34 su Rete 4, canale 4 del digitale terrestre e della piattaforma satellitare TivùSat.