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Stasera in TV 16 settembre: Controversa e violenta, è unica La passione di Cristo di Mel Gibson

Uno dei momenti più emozionanti e dolorosi della tradizione cristiana prende vita in un film molto contestato per l'onestà delle scene.

16.09.2018 - Autore: Mattia Pasquini
Quando uscì nei cinema, furono in molti a non capire completamente l'operazione e le scelte del regista, giudicato frettolosamente e sulla base di pregiudizi forse altrimenti meritati… Eppure La Passione di Cristo realizzato da Mel Gibson (alla sua prima sceneggiatura) è forse il suo miglior film e un'opera imperdibile proprio per la sua forza.

Il film. Le ultime dodici ore della vita di Gesù: dall'orto degli Ulivi, dove si è recato per pregare dopo l'Ultima Cena, all'arresto e alla condanna a morte da parte dei sommi sacerdoti. Poi la decisione di Ponzio Pilato di affidare la scelta alla folla, la flagellazione, la croce da trasportare per le vie di Gerusalemme fino al Golgota, la crocifissione.



Dietro le quinte. Che sia stato un segno o meno, colpì molto l'immaginazione il fatto che per ben due volte un fulmine cadde su Jim Caviezel durante le riprese, durante il Sermone sulla montagna e mentre era sulla croce. Forse per ringraziare del 'miracolo', Mel Gibson dichiarò di aver devoluto 100 milioni degli incassi del film al Traditional Catholic Movement. O forse per la gioia di non aver scelto Macaulay Culkin, inizialmente provinato per il ruolo del protagonista, ma risultato troppo giovane nei test. E se Caviezel dovette utilizzare un naso finto e veder modificati digitalmente il colore dei propri occhi (da blu a marroni) - per non parlare del distacco della scapola patito per il crollo dei 70 di croce sulla schiena - la nostra Rosalinda Celentano patì non poco per la dieta di soli fagioli e riso, che la fece apparire (come richiesto) denutrita ed emaciata.

[LA PASSIONE DI CRISTO 2: JIM CAVIEZEL CONFERMA IL SEQUEL DI MEL GIBSON]

Perché vederlo. Terribile e formidabile, così appare la rappresentazione di uno dei momenti più crudeli e significanti della narrazione alla base del Cristianesimo. Spesso ellittica, o eccessivamente drammatizzata ignorando ogni aspetto realistico e terreno, la scansione temporale degli ultimi momenti di vita di Gesù acquista qui corpo. E sangue. E in una maniera talmente non gratuita da vanificare ogni critica relativa alla violenza messa in scena da Gibson. Che si conferma qui, una volta per tutte, un grande regista (anche per aver scelto le splendide location lucane di Matera).



La scena da antologia. La crocifissione e il durissimo percorso che la precedette - e cui il film è di fatto dedicato - sono il climax di un film dai molti livelli e significati. Anche per lo stesso regista, che si ritagliò un cameo molto particolare: sono sue infatti le mani che fissano i chiodi della croce di Cristo. "Sono stato io a metterlo sulla croce - dichiarò. - Sono stati i miei peccati".

I premi. Purtroppo le tre nomination al Premio Oscar (per la Migliore fotografia, il Miglior trucco e la Miglior colonna) non si tradussero in statuette, ma resta indicativo che un film tanto criticato abbia poi vinto il People's Choice Award. Per non parlare del National Board of Review Award per la libertà di espressione, il sempre apprezzabile Satellite Award per la Migliore regia e un paio di Nastri d'argento (per la Migliore scenografia, a Francesco Frigeri, e i Migliori costumi, a Maurizio Millenotti), dove vennero solo nominati - inusualmente, in gruppo - come Migliori attore e attrice non protagonisti Luca Lionello, Mattia Sbragia, Monica Bellucci, Rosalinda Celentano e Claudia Gerini.

Dove e quando. Alle 23.37 su Iris, canale 22 del digitale terrestre e 11 della piattaforma satellitare TivùSat.