NOTIZIE

Stasera in TV, 14 dicembre: Spy Story e grandi attori in La Talpa di John Le Carré

Dal romanzo del celebre autore britannico un gran film che ancora si distingue nel genere per scrittura, intreccio e atmosfere

14.12.2016 - Autore: Mattia Pasquini (Nexta)
Il primo film inglese di Tomas Alfredson (Lasciami entrare) fu una sorpresa per tutti quando apparì, presentato al Festival di Venezia 2011. Attratti dai vari Gary Oldman, Colin Firth, Tom Hardy, Mark Strong, Ciarán Hinds e Benedict Cumberbatch ci si ritrovò affascinati da questo La talpa (Tinker, Tailor, Soldier, Spy), uno spy movie potente e subdolo come pochi se ne sono visti nella storia.

Il film. Ambientata negli anni 70, è la storia di George Smiley, un ex agente del MI6 ormai in pensione, alle prese con la nuova vita fuori dai servizi segreti. Quando un agente caduto in disgrazia gli rivela la presenza di una talpa nel cuore del Circus, Smiley è costretto a rientrare nel torbido mondo dello spionaggio. Incaricato di scoprire quale tra i suoi ex colleghi abbia deciso di tradire lui e il paese, Smiley restringe la ricerca a quattro possibili sospetti.


 
Dietro le quinte. "Gli occhiali sono strani. Per Smiley sono qualcosa di iconico. Come l'Aston Martin o il Vodka Martini per Bond"… e per questo Gary Oldman arrivò fino da Old Focals a Pasadena per provare centinaia di montature diverse e trovare quelli giusti per il personaggio. Come anche mangiò una quantità di Treacle sponge and custard (sorta di pudding dolce e spugnoso all'arancia o alla crema) per mettere su una 'panzetta' da uomo di mezza età. E soprattutto studiò la performance di Sir Alec Guinness nel film del 1979 e andò a parlare con lo stesso John Le Carré. Interessante ricordare anche che questo (insieme a Il cavaliere oscuro - Il ritorno, Lawless e Child 44 - Il bambino n. 44) fu il primo dei quattro film interpretati insieme da Oldman e Tom Hardy. Attore che venne scelto dopo la rinuncia di Michael Fassbender (impegnato in X-Men - L'inizio) perché somigliante al giovane Robert Redford.



Perché vederlo. Il "Centoventisette minuti di soffiate, manipolazioni, giochi e doppi giochi in una pellicola di genere così classica come non se ne facevano più" che spendemmo all'epoca dice tutto. Ma molto di più dice il film stesso, una spy story "mentale" che richiede una partecipazione maggiore dei thriller che imperversano ultimamente nelle nostre sale, ma che - scavando dietro le quinte del quartier generale dello MI6, in piena Guerra Fredda - riesce a presentare al pubblico un intreccio complesso, equilibrato, emozionante e sorprendente capace di trattenere con un magnetismo raro anche gli spettatori meno preparati alla fotografia di quell'epoca e alla ricchezza di livelli e di tensione e di caratterizzazione dei personaggi che offre.



La scena da antologia. Non possiamo, per atmosfera e tempismo, non scegliere la scena della Festa di Natale. Un’aggiunta rispetto al libro e sviluppata a partire dai ricordi di Le Carrè, che vi fa anche una piccolissima apparizione. C’è una festa per i dipendenti al Circus. Smiley fa distrattamente conversazione ma smette subito. La telecamera lo segue mentre solo si aggira tra gli altri, totalmente assorbito dai festeggiamenti. E’ sulle spine, e la sua ansia viene perfettamente resa dai cambi di volume così netti quando la telecamera lo osserva da fuori la sala, attraverso la vetrata. Dietro la quale sembra esserci una minaccia per Smiley. Questi avanza, isolato dal contesto allegro e surreale, come evidenziato dall’apparizione del Babbo Natale mascherato da Lenin che intona “The Second Best Secret Agent in the Whole Wide World" (main theme di Licenza di Uccidere) seguito dal coro di tutti i presenti. Smiley neanche lo nota, esce di nuovo dalla sala della festa, il volume ancora si abbassa bruscamente, ovattandosi. Si avvicina alla vetrata e finalmente vede nel buio le mani di Bill sul corpo di Ann. E allora la sua asfissia esplode, Smiley rimane senza respiro.

I Premi. Le tre nomination ai Premi Oscar 2012 (per il miglior attore protagonista a Gary Oldman, la migliore sceneggiatura non originale a Bridget O'Connor, Peter Straughan e la miglior colonna sonora a Alberto Iglesias) finirono sui poster, ma il vero trionfo il film lo ebbe ai BAFTA, dove raccolse undici nomination (e i premi come miglior film britannico e migliore sceneggiatura non originale), e agli Empire Awards, con tre premi: miglior film britannico, miglior thriller e miglior attore protagonista a Gary Oldman.

Dove e quando. Alle 21.00 su Iris, canale 22 del digitale terrestre e 11 della piattaforma satellitare TivùSat.