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Stasera in TV, 1 novembre: La prima cosa bella, con cui Virzì sfiorò l'Oscar

Una storia familiare, quasi una autobiografia, una commedia piena di amarezza e di amore che nel 2010 conquistò l'Italia

01.11.2016 - Autore: Mattia Pasquini (Nexta)
Dal titolo della canzone di Mogol e Nicola Di Bari del 1970 Paolo Virzì immagina il film con Valerio Mastandrea candidato italiano al Premio Oscar del 2011. Ma soprattutto con Micaela Ramazzotti e Stefania Sandrelli a interpretare due età diverse della stessa donna, protagonista di La prima cosa bella.

Il film. Cosa vuol dire avere una mamma bellissima, vitale, frivola, imbarazzante? È il cruccio che ha accompagnato tutta la vita di Bruno, primogenito di Anna, fin da quando aveva otto anni. Tutto comincia nell'estate del 1971, quando assistendo alla tradizionale elezione delle Miss dello stabilimento balneare più popolare di Livorno, Anna viene inaspettatamente chiamata sul palco ed incoronata "la mamma più bella"…



Dietro le quinte. Se per il ruolo di Bruno si era pensato inizialmente a Kim Rossi Stuart (optando poi per Valerio Mastandrea, capace di aggiudicarsi il David per la sua interpretazione), per quello dei giovani attori - che avrebbero dovuto 'voce' alle diverse età di Bruno e Valeria - vennero provinati circa 6500 ragazzi e ragazze su tutto il territorio nazionale. Grazie anche alla collaborazione della quasi totalità degli istituti scolastici soprattutto del territorio di Livorno e provincia. I prescelti, come si vede nei credits furono: Aurora Frasca e Giacomo Bibbiani (Valeria e Bruno 1971), Giulia Burgalassi e Francesco Rapalino (Valeria e Bruno 1980), Jacopo Dini (Giancarlo Barbacci 1980), Alessandra Cantini (Elena Talini 1980) ed Edoardo Ferrari (Andrea Baldacci 1980).

Perché vederlo. Fu il suo film più poetico a sfiorare gli 83esimi Academy Awards, ma per Paolo Virzì questa è "un'autobiografia truccata". Anche e soprattutto per la volontà di tornare alle proprie radici, alla natale Livorno, per affrontare il passato, rielaborarlo e riuscire ad accettare anche i dolori che ce ne allontanano a volte. È questo, sostanzialmente, il percorso del protagonista Bruno. Ma anche quello del regista, che mancava dalla sua città dal 1996 (Ovosodo) e che confessò: "Uno dei temi principali del film è quello della riconciliazione, quindi c’è decisamente qualcosa di me in Bruno. Anch’io sono scappato rabbiosamente a vent’anni da Livorno, portandomi dietro come lui, un carattere un po’ anafettivo, comico e cronico. Ma non si tratta di un’autobiografia. Diciamo che avevamo voglia di realizzare una pellicola dove si ride e tanto ma non mancano le emozioni. Ci sono dei nodi e degli appuntamenti nella vita che prima o poi tutti dobbiamo affrontare. La famiglia da cui veniamo, il modo in cui siamo cresciuti, quello che ci hanno lasciato di buono o di cattivo, che ci impedisce o che ci aiuta a vivere".



I Premi. Diciotto nomination ai David di Donatello (anche se portarono solo tre vittorie, per la Miglior Sceneggiatura e la miglior coppia di Protagonisti) furono un record più unico che raro per il film. Cui andarono anche due Ciak d'Oro (per sceneggiatura e costumi, di Gabriella Pescucci), quattro Nastri d'Argento (sceneggiatura, costumi, film e attrice protagonista a Micaela Ramazzotti e Stefania Sandrelli) e il Globo d'Oro di nuovo alla Sandrelli.

Dove e quando. Alle 23.10 su Rete 4, canale 4 del digitale terrestre e della piattaforma satellitare TivùSat.