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Le morti più scioccanti nelle serie TV più amate

Da The Walking Dead a Il trono di spade, a Lost a E.R., ecco quando la morte di un personaggio televisivo ci ha segnati profondamente

Lost

12.11.2015 - Autore: Marco Triolo (Nexta)
La televisione ci ammalia, ci ipnotizza con la serialità, costringendoci a seguire per anni le vite di personaggi che, dopo un po', sentiamo talmente vicini da credere che siano reali. È dunque una sofferenza terribile quando quei sadici degli autori, per dare una sferzata agli ascolti, decidono di tagliare qualche ramo secco – cioè far fuori qualche personaggio principale – gettando noi spettatori nella depressione più nera, o in uno stato di preoccupante euforia.
 
Chi non ricorda, ad esempio, quella sera di fine maggio del 2007, quando Charlie Pace si sacrificò, affogando in una base subacquea della Dharma, pur di salvare l'amico Desmond e rivelargli che quella in arrivo non era “la nave di Penny”? Un duro colpo per i fan di Lost, ma forse non duro quanto quello incassato dal pubblico di E.R. - Medici in prima linea, quando, al termine dell'ottava stagione, il veterano dottor Mark Greene se ne andò, consumato da un cancro. La scelta fu quasi obbligata perché l'attore Anthony Edwards voleva lasciare la serie. Abbiamo detto “quasi”: non potevano mica farlo semplicemente partire?

 
E che dire di Joyce Summers, madre di Buffy? Nella quinta stagione, la donna muore per un aneurisma in seguito a un tumore al cervello. In una serie piena di vampiri e battaglie sovrannaturali, la morte naturale di Joyce fu difficile da mandare giù. Lo stesso vale per quegli eroi che sembrano imbattibili, in grado di salvare tutti e uscire sempre vincenti dalle missioni più impossibili: come Jack Bauer, costretto a dire addio alla moglie Teri, uccisa dalla doppiogiochista Nina nel corso della prima stagione di 24. O come Carrie Mathison che, dopo aver tentato in tutti i modi di salvare il suo amato Brody, finisce per assistere alla sue agghiacciante esecuzione alla fine della terza stagione di Homeland. Oppure, ancora, come Dexter Morgan, che scopre il cadavere della moglie Rita in un bagno di sangue (letteralmente) al termine della quarta stagione di Dexter. La povera Rita viene uccisa da un serial killer di fronte a suo figlio – per tornare al concetto di “autori sadici”.
 
E per quale motivo costruire la bellissima storia d'amore tra Meredith Grey e Derek Shepherd in Grey's Anatomy, solo per poi far fuori brutalmente il bel dottore in un incidente d'auto al termine dell'undicesima stagione? E pensate che almeno Grey's Anatomy è un drama! È impossibile sapere che cosa devono aver pensato gli spettatori di Pappa e ciccia quando, nel gran finale della nona stagione, si scopriva che Roseanne aveva in realtà raccontato una versione fittizia della sua storia, edulcorata per affrontare gli aspetti più drammatici della sua vita. Non solo i Conner non avevano vinto la lotteria, ma Dan (John Goodman, nel ruolo che lo rese famoso) era morto di un attacco cardiaco, lo stesso a cui era (teoricamente) sopravvissuto nell'ottava stagione. Ricordiamo inoltre altre due morti inaspettate in altrettante sit-com: ne I Simpson, la moglie di Ned Flanders, Maude, muore nell'undicesima stagione, colpita da delle “magliette-proiettile” che la scaraventano giù da uno stadio (un po' per colpa di Homer). Brian Griffin, il cane della famiglia omonima, viene invece travolto e ucciso da un'auto nella dodicesima stagione. Ma, in questo caso, venne riportato in vita subito dopo. L'autore Seth MacFarlane scrisse su Twitter: “Non credevate sul serio che avremmo ucciso Brian, vero?”.

 
A volte, però, il sadismo lascia spazio al puro piacere del colpo di scena. Come quando Zoe Barnes, la giornalista ficcanaso interpretata da Kate Mara in House of Cards, viene spinta sotto un treno da Frank Underwood al termine della prima stagione. Si tratta di una morte talmente sopra le righe da risultare quasi comica – e non è che Zoe ci stesse molto simpatica, comunque. Ben più scioccanti per il puro gusto di esserlo sono, infine, le morti di due delle serie più violente in circolazione, in cui il numero delle vittime è direttamente proporzionale a quello degli episodi: The Walking Dead e Il trono di spade.

Della prima, ricordiamo per lo meno la doppia morte di Dale e Shane (doppia a sua volta, perché torna come zombie) al termine della seconda stagione e quella di Lori Grimes, che prima partorisce e poi chiede al figlio Carl di ucciderla in modo che non torni in vita, all'inizio della terza, così di punto in bianco.

 
De Il trono di spade che dire? Ce ne sono talmente tante che sarebbe impossibile elencarle tutte. Nell'ordine, dunque: la decapitazione di Eddard Stark alla fine della prima stagione (nessuno se l'aspettava, a parte chi ha letto il libri, perché Sean Bean è un attore di serie A), le “nozze rosse”, al termine della terza, in cui perdono la vita Robb Stark e sua madre Catelyn, durante un banchetto di nozze. Stupenda anche la doppietta di Tyrion Lannister, che ammazza suo padre e la sua donna nel finale della quarta stagione, dopo essere stato fatto evadere dal fratello Jaime (che di certo non si aspettava questa reazione violenta). Infine, come non citare la morte più liberatoria della saga: quella dell'odioso re Joffrey Baratheon nel secondo episodio della quarta stagione. Per una volta, il pubblico ha applaudito e nessuna lacrima è stata versata.