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Party Monster

Il film è basato sulla storia vera di Michael Alig (Macaulay Culkin, quello di "Mammo ho perso l'aereo"), un personaggio anarchico, trasgressivo, narcisista, specializzato unicamente nell'organizzare feste eccentriche e dotato di un irresistibile fascino da star.

Party Monster

12.04.2007 - Autore: William Chioccini
Regia: Fenton Bailey e Randy Barbato con Macaulay Culkin, Seth Green, Chloe Sevigny   Michael Alig (Macaulay Culkin), giunto a New York dalla provincia, fa amicizia con James St. James (Seth Green), un personaggio trasgressivo che lo introduce nell'ambiente underground della Grande Mela. Siamo agli inizi degli anni '90 e il giovane Michael diventa ben presto il leader del mondo alternativo legato alle discoteche. Almeno finché la droga non entra nella sua vita...   Il film è basato sulla storia vera di Michael Alig, un personaggio casinista, anarchico, trasgressivo, narcisista, specializzato unicamente nell'organizzare feste eccentriche e dotato di un irresistibile fascino da star. A chi gli domanda cosa faccia nella vita, Michael risponde con candore che non fa assolutamente niente, se non apparire. La pop culture dilaga e la parola chiave è apparire, far parlare di sé. Durante una tournee per reclutare altri "club kids", Michael improvvisa uno spettacolo in un locale gridando al megafono lo slogan del gruppo: money, glamour (soldi, glamour). Pura immagine e zero contenuto? Oppure si tratta del contenuto portato all'esterno, del contenuto che diventa forma? Sta di fatto che Michael, pur non sapendo fare assolutamente niente, diventa una star, una piccola divinità locale adorata dal popolo delle discoteche alternative. Michael, icona postmoderna, fa di se stesso la propria opera d'arte, portando all'esterno tutte le diverse anime che albergano in lui. Ma dopo essere stato l'artefice del proprio (effimero) successo, Michael diventa l'artefice del proprio (reale) tracollo. La sua parabola discendente comincia quando uno dei suoi boy-friends lo abbandona, lasciandogli come "dono d'addio" il vizio della droga. Il giovane carismatico che aveva creato un mondo seducente e affascinante scompare per sempre, lasciando la scena al fantasma di se stesso, preda del disordine generato dalla tossicodipendenza.   Il film, che apre il "XIX Festival Internazionale di film con tematiche omosessuali" di Torino, ha contenuti forti ed affronta tematiche serie. La regia, alternando sequenze frenetiche a momenti più riflessivi, rende con efficacia la caotica vita del protagonista. Affermano i registi: "Michael osò vivere le nostre fantasie... ma a quale prezzo? La sua storia è un film triste in abito da sera pronto a divertirsi". E nonostante il divertimento sfrenato, sotto i vestiti sgargianti e il trucco esagerato si avverte insistente l'incolmabile vuoto di una vita buttata via.