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Parenti amici e... tanto Parenthood

L'allegro film di Ron Howard torna sul piccolo schermo concedendosi tutto il tempo che vuole per raccontarsi di nuovo.

Parenthood

16.12.2010 - Autore: Valeria Roscioni
Il family drama ultimamente è come l’economia: in crisi perenne. Eppure, non ha bisogno di grandi statisti del piccolo schermo per riprendere la sua scalata verso il picco degli ascolti; al family drama basta esistere, se per esistere si intende prendere vita attraverso sceneggiature solide, consce di canoni regolati e perfettamente plasmati fino a raggiungere qualcosa di nuovo, di originale. Per questo il ritorno a casa di Lauren Graham nei panni di Sarah Braverman somiglia a quello di Calista Flockhart nelle vesti di Kitty Walker, eppure profuma di qualcosa da scoprire, da riscoprire.

Così, con questa rimpatriata, comincia “Parenthood”, la serie che canterà le gesta, le donne, i cavalieri, l’armi e gli amori dei Braverman, famiglia numerosa, assai meno affetta da logorrea degli illustri predecessori di “Brothers and Sisters”, che può annoverare due genitori e ben quattro figli adulti: Adam, l’ottimo Peter Krause, un padre di famiglia alle prese con un figlio autistico e una figlia nel fiore degli anni, Sarah, divorziata e con prole adolescente e problematica a carico, Julia (Erika Christensen), donna dalla carriera in ascesa e il senso di maternità in discesa, e Crosby (Dax Shepard), la quint’essenza del Peter Pan. Dunque le premesse ci sono, e non sorprendono, eppure questo intrigo internazionale di generazioni è in grado di dimostrare nell’arco dei primi tre episodi di avere altro da dire, andando ben oltre ciò che promette con delle basi così poco azzardate che ammiccano alla tradizione e prendono spunto dal film di Ron Howard.

Bastano tre tempi da poco più di quaranta minuti per capire che ci si trova di fronte ad un nuovo linguaggio: questa tribù ha il suo modo di parlare, non ha la freschezza a cui molte sceneggiature ci hanno abituato, ma ha anche il suo modo di colpire nel profondo, nel bene e nel male. Si ride con i Braverman, e mai dei Braverman, neanche quando capiamo che potremmo deridere le loro nevrosi, e si piange con loro, con questa umanità che scorre tranquilla in TV senza esibirsi, quieta e non eccessivamente luminosa. E proprio quando si pensa che ci si possa distrarre, anche solo per un minuto, entra in scena Lauren Graham, bella, ironica, tagliente e sexy come la abbiamo sempre vista, una donna in grado di rendere il suo personaggio qualcosa di ben diverso da quello che è sulla carta, in grado di renderlo familiare. Come quella zia matta che combina sempre qualche macello, che non fa mai quello che dice, ma senza la quale a Natale dormiremmo tutti sul divano.

Appuntamento su Joi, ogni giovedì alle 21:00 a partire dal 16 dicembre.