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Marseille, uno sguardo alla serie Netflix con Gérard Depardieu

Prima produzione made in France per il canale in streaming: ma dialoghi e contenuti deludono
   

Marseille - serie televisiva

Marseille - serie televisiva

07.05.2016 - Autore: Alessia Laudati (Nexta)
Il pubblico la aspettava come la House of Cards in salsa europea. E invece possiamo definire il primo episodio della serie Marseille come un buon prodotto e allo stesso tempo come un political thriller al quale manca però la saggezza, l'approfondimento e la fattura pregevole del grande racconto. Marseille rimane quindi a livello locale, a portata di sceneggiato medio senza grandi originalità contenutistiche e registiche. Protagonisti fittizi sono il sindaco uscente Robert Taro (Gérard Depardieu), in carica da circa un ventennio e il suo delfino assetato di potere, Lucas Barres (Benoît Magimel), che Taro designa come successore con l'illusione di poterlo così continuare a manovrare secondo i propri interessi.

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Sullo sfondo la città di Marsiglia. Con le sue periferie e come crocevia di microcriminalità e di degrado umano e sociale. Insomma, la ricetta del thriller politico con i suoi elementi fondanti è già tutta qui. Abbiamo l'oggetto, la politica locale, abbiamo i volti, quelli dei bravissimi protagonisti Depardieu e Magimel e abbiamo una cornice che nella propria decadenza urbana dovrebbe rispecchiare la bruttura morale dei protagonisti della politica. Tutto giusto se si vuole dare vita ad un grande e misterioso prodotto di suspense che ci porti dritto dentro le stanze del potere.



Peccato però che qui l'intuizione più geniale sia quella di usare volgarità di linguaggio e scene di sesso più o meno esplicite come specchio di un clima di corruttele e intrighi. E ci si chiede allora se questo non rappresenti il minimo sindacale per superare la soglia di gradimento di un pubblico che sul genere è preparato, esigente, anche in virtù di quanto fatto fino a oggi dal riuscito House of Cards.

Purtroppo il livello di Marseille rimane quello di uno sceneggiato riuscito ma non all'altezza delle grandi produzioni alle quali il canale in streaming ci ha abituato fino ad oggi. Soprattutto sono i dialoghi poco elaborati e spesso troppo tendenti a risolversi nella facile scappatoia della crudezza narrativa, a non convincere fino in fondo.

Nemmeno le interpretazioni magistrali dei due protagonisti, che hanno i volti potenzialmente giusti per rappresentare quel potere fangoso e mutevole che oggi chiamiamo politica, non riescono a fare di Marseille un esempio di serie televisiva di stampo europeo totalmente riuscito.