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Maria Full of Grace

Opera prima di Joshua Marston, il film ha vinto premi importanti a Berlino e al Sundence. Un successo che si lega in maniera inscindibile a quello della splendida protagonista: Catalina Sandino Moreno.

Maria full of grace

12.04.2007 - Autore: Michela Saputi
Usa-Colombia, 2004; di Joshua Marston, con Catalina Sandino Moreno   Premi: 54° Berlino Film Festival: Miglior attrice, Premio Alfred Bauer per la Miglior Opera Prima, Sundance Film Festival 2004 Premio del Pubblico   Film che segna il debutto alla regia di Joshua Marston, \"Maria Full of Grace\" sta riscuotendo consensi oltre ogni aspettativa: dai riconoscimenti nelle principali rassegne internazionali, alle programmazioni prorogate nelle sale americane. Un successo che si lega in maniera inscindibile a quello della splendida protagonista: Catalina Sandino Moreno.   Siamo in Colombia, in un piccolo paese segnato dalla rassegnazione e dalla povertà. Tra le strade desolate all’alba, il lavoro monotono ed ossessivo nella fabbrica locale, le pretese e rivendicazioni familiari, l’agua ardente che offusca le menti la sera al ballo in piazza, Maria vive i suoi 17 anni con l’insofferenza di chi rincorre i sogni, le speranze di nuove opportunità. E’ bella, impulsiva e ribelle, ma anche di una lucidità che sorprende, come quando capisce che non può più tollerare lo sfruttamento disumano a lavoro, e che , anche se è incinta, non può sposare un fidanzato che non ama semplicemente perché è la cosa giusta da fare. Ma poi non sa davvero che fare, finchè non incontra Franklyn (John Alex Toro), che le propone un nuovo lavoro, che la farà viaggiare lì dove tutto è “fin troppo perfetto”, e le farà guadagnare in una sola volta ciò che mai in una vita: le propone di fare la “mula”. Sì, come quelle centinaia di persone che ogni anno offrono il proprio corpo ad un “giro” che finisce poi ogni giorno all’angolo dietro casa nostra. Maria accetta, e si prepara ad inghiottire 62 capsule imbottite di eroina, lunghe 4 cm ognuna, e sa che se solo una si rompe, per lei è la fine. Dovrà portarle a New York. La seguiamo in un terribile viaggio in aereo, soffriamo con lei un incubo che scorre parallelo alla normalità, fino alla ”accoglienza” negli Stati Uniti. Magistrale la resa di sfumature ed umori di un mondo clandestino, sommerso, o ancora poco conosciuto, dai colori e sapori della cultura colombiana, al narcotraffico, i suoi antri bui ed i suoi metodi, fino all’esperienza dell’immigrazione. E soprattutto Maria Full of Grace è un film profondamente diverso dai tanti altri che hanno toccato questi temi. Perché il fulcro della storia è Maria, simbolo di quelli che Marston definisce “valori universali che accomunano i 17 enni” indifferentemente da cultura e società di appartenenza. Maria ed i suoi anni incerti, in un susseguirsi di accadimenti improvvisi che lei, sempre sola, affronta “semplicemente” seguendo il suo intuito, il suo istinto alla vita, quella forza di affrontare e rischiare ogni cosa pur di essere padroni di sé, decidere cosa accettare e cosa rifiutare. E quel che emerge su tutto è la sua incredibile, meravigliosa grazia.  
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