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Mai dire Gol

La nuova edizione di "Mai dire Gol" è quest'anno condotta da Manuela Arcuri, l'esuberante neo-soubrette romana che non ha (per adesso) i tempi comici e la verve autoironica della precedente conduttrice Alessia Marcuzzi.

Mai dire Gol

23.01.2001 - Autore: Roberto Denaro
La nuova serie di Mai dire Gol stenta ad ingranare; il programma satirico ideato dalla Gialappas Band non riesce ancora, nonostante le innovazioni, ha toccare i picchi dironia e comicità surreale di alcune edizioni precedenti (quelle con Aldo, Giovanni e Giacomo o quelle con Teocoli per intenderci), dando lidea del prodotto studiato e ben confezionato ma purtroppo privo di individualità che sappiano far decollare il tutto. Certo, la prorompente bellezza di Manuela Arcuri alzerà lo share del programma, tuttavia la neosoubrette romana non ha (per adesso) i tempi comici e la verve autoironica della precedente conduttrice Alessia Marcuzzi, anche se la danza del ventre in cui si è esibita riscatta gran parte delle lacune da noi precedentemente riscontrate. Cologno è simpatico ma non graffia, troppo poco per chi era abituato a Peo Pericoli o ad Ermes Rubagotti. I nuovi innesti sono simpatici ma ci vuole tempo prima che il telespettatore medio si affezioni ed entusiasmi a volti pressoché sconosciuti (a meno che non siano propinati alle prese con il bucato per 100 giorni di fila, ma questo è un altro discorso!). Alcune macchiette sono particolarmente azzeccate, specialmente quelle ideate da Maurizio Crozza, divertente sia nella imitazione del feroce tecnico del Perugia Serse Cosmi, sia in quella di Arrigo Sacchi (alla ricerca del nemico Panucci). Arguta la telenovelas baristi (la scorsa settimana si chiamava muratori) tragicomico ritratto di un Italia povera ma ricca di speranze (opera del duo Crozza Dighero). Particolarmente indovinata la scelta di utilizzare in più modi Elio e le storie Tese, non sola orchestra ma anche sapienti censori (sempre a modo loro, sintende) di alcuni eclatanti plagi musicali. Esilarante poi la scenetta, chiaramente una rivisitazione in chiave parodistica e paradossale del celebre film il sorpasso di Dino Risi, che ha visto protagonista Gioele Dix, attore spesso sottovalutato ma , quando vuole, dal ironia graffiante (nella parodia di Tomba poi è splendido, come quando spiega al finto vieri che non è la corona la moneta della Svezia bensì la Gnocca!). Tra i momenti più riusciti della serata lo spazio dedicato ai bambini (si fa per dire) con protagonista il pupazzo Gnappo, oratore deccezione di un Odissea un po particolare. Spassoso il balletto con Paola Cortellesi alias Daria Bignardi che imitava Madonna, gag del cappello inclusa (anche se forse un po volgare!). Ottima lidea delle interviste, anche se Vergassola nelle domande ai calciatori non è cosi simpatico come quando, per dirla alla lui, intervista le belle gnocche (anche se la sua battuta rivolta a Sgnori: lei ha dichiarato che vuole smettere solo quando avrà realizzato 200 goal , ne mancano 50, pensa di essere immortale? è stata la più bella della serata) . Abbiamo finito, alla prossima settimana, lattesa non è detto che sia lunga visto che, come giustamente afferma il nostro Sacchi-Crozza: il tempo è relativo, lo diceva Einstein o Rjikaard?.  
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