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L'ISIS e Putin nella nuova stagione di Homeland

La regista Lesli Linka Glatter anticipa alcuni dei temi della serie interpretata da Claire Danes, finalmente lontana dalla CIA

25.06.2015 - Autore: Mattia Pasquini (nexta)
Due anni e mezzo dopo, Carrie Mathison non è più un agente CIA, ma nella quinta stagione di Homeland non sarà nemmeno impegnata a produrre "birra e salsicce", come aveva scherzato la sua interprete Claire Danes. Dopo la conferma ufficiale della prosecuzione e le prime anticipazioni su interpreti e ambientazioni, stavolta è la regista Lesli Linka Glatter a svelare alcuni importanti elementi della nuova annata dello show basato sulla serie israeliana Hatufim.

I suoi prossimi otto mesi saranno dedicati completamente alla nuova vita degli eroi che abbiamo imparato a conoscere. Stavolta inseriti in un nuovo contesto, non solo geografico. "Non potevamo tornare al passato e trasferire Carrie in un'altra sede, l'avevamo già fatto", esordisce la Glatter che conferma di aver avuto una riunione nel gennaio scorso con autori e funzionari CIA - "incontrati in un incredibile edificio del 1700/1784 a Georgetown" - per tracciare le direttrici principali che seguirà la nuova vicenda.

Una vicenda sulla quale anche la stessa CIA non ha potuto obiettare più di tanto… "Hanno sottolineato che non potrebbero mai avere un agente bipolare", ha rivelato la Glatter, la cui replica è stata: "stiamo raccontando una storia. Non una storia vera. Una storia basata su molta verità, ma pur sempre di finzione".

"Persone incredibili che ci hanno raccontato di cosa si stessero occupando - ha aggiunto l'intervistata - che fosse di cyberterrorismo, narcotraffico o dell'ISIS". "Tutto questo è incredibile, e in qualche modo orribile e affascinante insieme - ha concluso. - Ma è da qui che vengono molte delle idee sulla nuova stagione". Temi importanti, per quanto generici, che assumono connotati ancora più interessanti, e inquietanti, quando la regista svela il nome che dovrebbe fornire una sorta di contesto comune a tutti: "Putin".

Un punto di partenza promettente per una nuova stagione che tutti i fan sperano rinnovi il fascino della serie iniziata nel 2011. Una sfida inedita ed imprevista per la nuova Carrie, dopo "la delusione per tutto ciò in cui credeva e cui aveva dedicato la propria vita", dalla sua missione ai valori morali su cui era fondata.

"Quando incontriamo Carrie, all'inizio della quinta stagione, almeno per un breve periodo la sua vita sembra davvero in ordine - sempre secondo la regista. - È fuori dalla CIA, lavora per una organizzazione non governativa e può far valere le sue competenze, come sempre. Ma non nell'Agenzia. E ha una relazione, che pare essere equilibrata. Almeno per un po', fino a che tutto non diventa diverso da quello che sembrava".

Si spera senza coinvolgere la protagonista nella da molti vagheggiata relazione con l'amico e collega Quinn, che la Glatter sembra escludere: "Sono due persone complicate e si capiscono proprio per aver vissuto esperienze simili… La loro relazione vive di questa profonda comprensione reciproca. E sebbene ci sia un aspetto romantico, come nelle storie di gente che si lega in periodi di guerra e in situazioni fortemente adrenaliniche, io non penso che sarebbe la relazione più sana per nessuno di loro".


Fonte: IndieWire