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Justin Chambers, dalle cover ai serial

Ve lo ricorderete nei poster che circolavano, anni fa, in tutte le città del mondo con addosso solo un paio di mutande Calvin Klein. Justin Chambers ne ha fatta di strada da allora. Film e poi il ruolo del Dottor Alex Karev in "Grey's Anatomy".

Justin Chambers

09.07.2009 - Autore: Nicoletta Gemmi
Non sarà famoso come George Clooney ma Justin Chambers è una faccia e un corpo che in molti conoscono. Ha iniziato la sua carriera di modello, giovanissimo, e ora, a 39 anni, una moglie con cui vive da dodici anni, cinque figli, vari film realizzati, è diventato famoso per il suo ruolo nel serial “Grey’s Anatomy”. E’ il Dottor Alex Karev che ha il pessimo vizio di essere così tanto riservato da non avvisare le sue conquiste che ha contratto la sifilide e continua a passarla con disinvoltura da una all’altra donna con la quale si intrattiene. Una delle sue preferite è Katherine Heigl che interpreta la Dottoressa Isobel 'Izzie' Stevens. Ma, giunta alla quinta stagione, il personaggio di Alex è un po’ cambiato e la sua spocchia diminuita. Detto questo Justin Chambers che abbiamo incontrato di persona è l’esatto opposto. Un uomo decisamente affascinante, molto newyorkese (e infatti ci dice: “Ahimé per lavoro mi sono dovuto trasferire a Los Angeles ma il mio appartamento a New York non lo lascio per nessuna ragione”) nei modi di fare e nel look. Insomma è uno cool, rilassato, umile, gentile, simpatico. Veramente una persona notevole.

Justin è vero che è diventato modello per caso. Era a Parigi in vacanza e una casting l’ha notato?

E’ verissimo. Stavo andando al Louvre, mi trovavo a Parigi perché ero andato a trovare un vecchio amico e mi ha fermato questa signora inglese, che mi ha detto: “Hai una faccia interessante, ti andrebbe di fare il modello?”. Mi consigliò di provare a fare della pubblicità e magari altro ancora. Seguii il suo consiglio. Cominciai con Mondino, approdai a Milano dove lavorai per Armani, poi giunsi a New York col contratto per Calvin Klein, circa dodici anni fa. Lì iniziai a studiare recitazione, cosa a cui non avevo mai pensato prima. Tutto è successo per caso. Quel giorno, a Parigi, avevo diciotto anni e non avevo di certo idea di cosa avrei fatto nella vita.

Calvin Klein poi Armani e via dicendo… Fino a interpretare film come Liberty Heights, The Musketeer, The Wedding Planner, Hysterical Blindness, Zodiac… E, nel frattempo Grey’Anatomy. Ma non sembra tanto mancarle il cinema perché quando l’hanno presa nel serial ha detto: “finalmente un posto fisso”…
E’ vero perché ho cinque figli e sono terrorizzato dal precariato, dal non sapere che cosa farò domani. Quindi confesso che sono molto felice e mi piace tantissimo lavorare in questo serial. Non mi stanca affatto avere degli orari lavorativi stabili, una struttura professionale e, perché no, un buon salario. Il cinema ti sbatte di qua e di là, è caotico, e io tendo a soffrire di crisi di abbandono. Noi attori di “Grey's Anatomy” siamo diventati una famiglia, mi fa star meglio il pensiero che mia moglie e i miei figli vivano qui a Los Angeles, dove c’è anche il mio fratello gemello. E dove ho già tanti amici. Io sono veramente una persona semplice, adoro i miei bambini e cerco di essere un padre amorevole, assertivo e divertente. L’11 luglio compirò 39 anni e poco dopo è il compleanno di mia moglie. Stiamo già preparando due mega-feste dove inviteremo buona parte del cast di “Grey’s Anatomy”. Quando si dice che siamo una famiglia può sembrare banale e falso, ma è così. Passiamo dieci mesi all’anno insieme e ci facciamo anche parecchie birre alla fine del lavoro.

Ci parli del suo personaggio nella serie...

Il dottor Alex Karev è un praticante nell'ospedale di Seattle, dove è ambientato lo show. All'inizio si crede chissà chi, è un donnaiolo, ma poi si innamora, trova una donna che gli fa girare la testa e lo costringe a una vita più semplice. Medicina e amore, chirurgia e complicazioni, un divertente miscuglio di elementi alla “E.R”, più un tocco di soap-opera, un pizzico di cinismo alla “Nip/Tuck”, anche se meno spinto. È buona televisione, intelligente e provocante, spero che duri.

Pensa di assomigliare ad Alex?
No, direi di no. Siamo due insicuri ma in maniera assolutamente diversa. Lui è uno reattivo, io sono uno più rilassato. Poi, oramai, sono un attore a tutti gli effetti e quindi lavoro costantemente con le emozioni. Mentre Alex è l’esatto contrario è uno che fatica tantissimo ad esprimere quello che sente. Questo, chiaramente, ha delle ragioni legate al suo passato.

Ha mantenuto rapporti col mondo della moda?
Non molti, anche se ho ricordi bellissimi. Anche perché sono cambiate così tante cose. Ci sono designers o fotografi di cui non ho mai sentito parlare, e soprattutto c'è molta più gente rispetto a quando ho iniziato io. E’ diventato un universo molto più frammentato e complesso.

Le sue preferenze in fatto di stile?
Come mi vedi oggi, jeans e camicia. In primo luogo la semplicità, che è difficile da ottenere. Indosso abiti leggeri e pratici insieme, per questo mi piaceva davvero Calvin Klein, un classico americano.

Si sente particolarmente ambizioso a livello professionale? Vorrebbe cambiare, anche se “Grey’s Anatomy” sembra avere ancora una vita piuttosto lunga…

Mi auguro che il serial abbia lunga vita perché la positività della serialità sta proprio nella sicurezza. Quindi non direi che sono una persona particolarmente ambiziosa, forse sono un po’ pigro. A costo di suonare troppo materialista, confesso che ora come ora mi va benissimo di guadagnare parecchi soldi e provvedere con tranquillità ai bisogni della mia famiglia. Mio figlio più grande andrà presto al college e vi assicuro che i college in America costano parecchio! Mi andrebbe bene ritirarmi intorno ai cinquant'anni, per dedicarmi esclusivamente alle cause umanitarie. Il mondo ha bisogno dell'aiuto di tutti noi, e star seduto a questo tavolino, e sentire che in fondo non sto contribuendo per nulla al benessere globale, non è che mi faccia stare particolarmente bene. Se rimarrò famoso perché ero il modello di underwear di Calvin Klein o per la mia performance come Dottor Karev in “Grey’s Anatomy” penso di potermi anche accontentare. Sono una persona fortunata, ho più aspetti positivi nella mia esistenza che negativi. Va bene così, anzi, speriamo che continui ad andare in questo modo.  
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