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Joyeux Noël

Accurato nella confezione, ma assolutamente privo di qualsiasi profondità, questo "Joyeux Noël" rappresenta a nostro avviso un'occasione davvero sprecata, visto lo spunto che da origine al film

Joyeux Noel

12.04.2007 - Autore: Adriano Ercolani
Id., Francia/Germania, 2005
Di Christian Carion;
con Diane Kruger, Guillame Canet, Benno Furmann, Gary Lewis

Prima Guerra Mondiale, inverno 1914. Il logorio del conflitto vissuto dentro le trincee sta logorando il morale delle truppe, siano essere francesi, tedesche o scozzesi. Distanti pochissimi metri l’uno dall’altro, i nemici condividono la spossatezza e l’insensatezza del conflitto. Quando arriva la vigilia di Natale, succede l’impensabile: viene accettata da tutti i fronti una tregua, che permette alle truppe di vivere serenamente le feste ed addirittura di fraternizzare. Succede così che gli uomini che prima si sparavano addosso si trovano adesso a condividere il pane, il vino e l’atmosfera natalizia. Tra loro il tenente francese Audebert (Guillame Canet), il prete Palmer (Gary Lewis) ed il soldato Sprink (Benno Furmann), che prima della guerra era un tenore di fama internazionale, e cantava con la sua amata Anna (Diane Kruger).

Ma come si può, una volta finita la tregua, tornare a sparare contro coloro con cui hai condiviso questi momenti? La soluzione non sarà semplice, e soprattutto non sarà ben accetta dalle alte sfere dei vari eserciti, intenti a vincere il conflitto.

Sapendo che la storia era tratta da un fatto realmente accaduto nell’inverno del 1914, abbiamo immediatamente pensato che da un tale spunto potesse venir fuori un lungometraggio molto interessante, in grado di  evidenziare tutte le contraddizioni e le implicazioni morali di un simile atto di umanità. Ebbene, in “Joyeux Noël” non è contenuto nulla di questo: l’unica visione della vicenda che il regista Carion ha preferito proporre al pubblico è quella leccata e buonista, quindi assolutamente superficiale. Ci siamo trovati quindi di fronte a quasi due ore di scontata e moralistica retorica, che invece di essere seriamente antimilitarista si limita a mettere in scena piccoli melodrammucci da soap-opera; il buon impianto scenografico realizzato da Jean-Michel Simonet serve perciò da ambientazione per una pellicola che è tutta apparenza e nessuna sostanza. Il regista si è poi dovuto trovare a dirigere un gruppo di buoni caratteristi come Gary Lewis e Guillame Canet, ma una coppia di protagonisti che più immobili non si poteva: Diane Kruger e Benno Furmann non solo sono completamente fuori parte (inattendibili come cantanti), ma la interpretano con una stucchevolezza che a tratti rasenta il pericoloso imbarazzo. Probabilmente le necessità di una co-produzione e la presenza di una “neo-star” di livello internazionale come la Kruger garantiranno la film una visibilità maggiore, ma il risultato artistico ne ha senza dubbio risentito.

Abbastanza accurato nella confezione, ma assolutamente privo di qualsiasi profondità, questo “Joyeux Noël" rappresenta a nostro avviso un’occasione davvero sprecata, visto lo spunto che da origine al film. La responsabilità di ciò va a nostro avviso data ad una sceneggiatura mai veramente “forte” e ad una messa in scena sempre tesa a non problematizzare mai quanto proposto allo spettatore.