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Io, Wilfred e tu...

Elijah Wood va alla tv per il reboot della serie australiana "Wilfred", storia folle e strampalata della rivalità tra un uomo e un cane. Più o meno...

Elijah Wood

12.08.2010 - Autore: Ludovica Sanfelice
Il network FX sta producendo una nuova commedia, e nelle lande sconfinate della Terra di Mezzo ha trovato la persona giusta per interpretarla. Parliamo di Elijah Wood che ha firmato il contratto per calarsi nei panni del protagonista nel reboot della serie televisiva australiana “Wilfred”.

Nello show, la cui lavorazione è in corso, Wood sarà Adam, un ragazzo insicuro, nevrotico e un pò svagato, la cui esistenza viene sconvolta dall’arrivo di Sarah, la nuova vicina di casa, e del suo cane Wilfred. Soprattutto da quest’ultimo, che inspiegabilmente, e solo agli occhi di Adam, appare con fattezze umane. E’ proprio così che inizia una sfida segreta, surreale e delirante tra il ragazzo e il Fido per la conquista finale delle attenzioni di Sarah.

L’idea fumettistica, che a dire il vero ricorda un po’ le avventure di Calvin e Hobbes nelle strisce firmate da Bill Watterson, nella versione americana della serie, è stata adattata e sviluppata da David Zuckerman, il papà dei "Griffin". Un’ottima premessa per garantire un livello di follia e di licenze che, possiamo scommetterci, non passeranno inosservate.

Sotto il pelo del cane, che sulla carta è descritto da quel pazzo di Zuckerman come un incrocio tra un Golden Retriver e Russell Crowe dopo una sbronza, ci sarà Jason Gann, co-creatore della serie australiana che nella versione originale interpretava lo stesso ruolo.

Lo show, perfido e irresistibile, ci mostrerà dunque un duello psicologico all’ultimo nervo in cui il povero Wood diventerà vittima di una serie di tiri mancini da parte del cagnaccio Wilfred, perfetto campione di strafottenza e prevaricazione. Un autentico aguzzino.

L’incursione del celebre attore nell’universo televisivo, di per sé abbastanza sorprendente, ha già colpito la fantasia del pubblico per l’eccentricità del progetto che ha però -a ben guardare- qualcosa di poetico, strambo e fantastico. Tutte caratteristiche che si addicono perfettamente a uno che per circa cinque anni della sua vita infondo è stato un Hobbit.