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Intervista al vincitore

Intervista al vincitore

festival di lucca

28.06.2001 - Autore: Luca Persiani
  Parlaci un po di te: chi sei, cosa fai Ho 24 anni, frequento lultimo anno di Scienze Politiche a Firenze e sono nato a Taranto. Non ho mai vissuto più di tre anni nella stessa città, ho avuto case ed amici a Milano, Napoli, Salerno, Arezzo e Perugia, ed è stato uno stile di vita che mi è servito molto per crescere in mezzo a gente sempre diversa ed a trovare stimoli ed interessi sempre diversi. Fino a qualche anno fa i ritmi dei trasferimenti erano dettati dal lavoro di mio padre ma adesso è unesigenza che sento io a livello personale e psicologico, sono una persona molto curiosa e determinata. Ho anche la passione della musica, suono la batteria in un gruppo di Firenze e, per la disperazione dei miei coinquilini, ogni tanto mi diletto alla chitarra. Ho due genitori che mi hanno insegnato la libertà e due sorelle maggiori con le quali ho un buon rapporto, credo ciecamente nellamicizia e nel rispetto delle persone che se lo meritano. Per il resto sono un (fortunato) ragazzo di 24 anni con mille sogni da realizzare.   Da dove nasce lidea per La terza lingua? Il soggetto mi è balenato in testa la prima volta nel Febbraio 2001, dopo aver rivisto in lingua originale il film Una relazione privata. Ho cercato subito di ricreare (su carta) quelle stesse atmosfere e di adattarle alla forma del corto. Ho scelto il francese perché è foneticamente sensuale e incredibilmente cinematografico. Non ho avuto difficoltà a scrivere la sceneggiatura, i veri problemi sono arrivati quando non trovavo lattrezzatura necessaria e il coraggio di dirigerlo io stesso, avevo sinceramente paura di poter rovinare un testo in cui credevo, visto che registicamente sono carente di esperienza. Devo molto allamico Lorenzo Pecchioni (post-produttore del corto) che mi ha spinto con fiducia a prendere in mano la situazione, anche perché le scuole di cinema che avevo contattato per avere un supporto tecnico mi avevano chiesto delle cifre esorbitanti (dai 3.000.000 in su). Il resto è merito di mia sorella Katia che mi ha presentato Roberto Forasiepi e Mauro Comodi, i due tecnici tutto fare che tutto mi hanno aiutato a fare, dal sonoro ai movimenti di macchina. Concettualmente La Terza Lingua è il linguaggio dei desideri, quante volte ci siamo ritrovati a mentire per ottenere una cosa a cui tenevamo tanto, forse troppo. Diciamo che è un inno ad essere se stessi ed a cercare di non commettere due volte lo stesso errore, il tormentone La vita è come una tavola imbandita, devi assaggiare un po di tutto ma mai due volte la stessa cosa vuol dire in parte questo, fare di tutto per realizzare i propri desideri senza mai perdere il rispetto per se stessi.   Una delle cose più sorprendenti del tuo lavoro è l\'efficacia delle interpretazioni. Qual\'è stato il tuo lavoro sugli attori (e quindi anche su te stesso)? Interpretarlo è stato molto semplice, io e Laura Ceccherini abbiamo lavorato molto ed insieme sulla sceneggiatura ed abbiamo provato per quasi due settimane i tre dialoghi face to face del corto. Non nego che parte del testo è auto-biografico e che Laura è, diciamo, un po più di unamica per me. Sinceramente abbiamo recitato al 40% e raccontato per il restante 60%, poi il format ad intervista ci ha aiutato a non dover per forza entrare in una parte, può sembrare paradossale ma recitare guardando in camera è decisamente più semplice che non essere inseriti in inquadrature complesse o piani sequenza nei quali al primo errore devi ricominciare tutto da capo. Ma, sinceramente, non credo che ripeterò lesperienza della recitazione, preferisco la parte tecnica del mezzo cinema.     Un\'altra cosa molto curata de \"La terza lingua\" è la scrittura, un elemento spesso trascurato nei cortometraggi a vantaggio delle immagini o di una semplice idea forte. Cosa puoi dirci del tuo lavoro sulla sceneggiatura e i dialoghi? Io nasco come sceneggiatore, avendo il pallino della scrittura è normale che mi venga molto naturale raccontare e spiegare personaggi ed intrecci con estrema facilità. Poi, personalmente, non mi sono mai piaciuti i corti muti o con la trovata buffa alla fine, apprezzo gli esperimenti di video arte (vi consiglio i lavori di Lorenzo Pecchioni) ma quando si tratta di fiction, o hai un buon testo a reggerti il gioco, o il corto ti si sbriciola tra le mani. Poi, con solo 15 minuti a disposizione, ho cercato di essere meno noioso possibile, in un corto i tempi morti possono risultare pericolosi. Rimango comunque dellopinione che il cinema, lungo o corto che sia, è soprattutto scrittura.   Quali credi che siano le differenze tra la \"lingua\" espressiva del lungometraggio e quella del corto? Vivo sulla mia pelle molte differenze tra i due linguaggi. I corti che scrivo (per me o per gli altri) risultano sempre ricchi di dialoghi e con un ritmo decisamente serrato. Da qualche settimana mi sono buttato sulla sceneggiatura di un lungo, e mi sto divertendo (e stressando) ad inserire anche momenti di sola immagine-musica, o dei tempi lenti (soprattutto primi piani), che solo il lungometraggio ti permette di valorizzare adeguatamente. Oltre allevidente differenza del tempo a disposizione cè anche una scelta di stile dietro, cè chi il corto lo vive come una forma espressiva da sviluppare ed innovare, e cè chi (come il sottoscritto) spera che sia una buona palestra prima del lungo.   Hai scritto, montato, diretto e interpretato il tuo lavoro. Che strada hai scelto per far entrare gli altri attori e i membri del cast in un progetto evidentemente così personale? Ho già evidenziato la grande confidenza che ho con la protagonista femminile Laura Ceccherini, mentre per scegliere gli altri tre caratteristi ho utilizzato il criterio dellamicizia, visto che Federico Gennari e Francesca Baldelli sono i miei coinquilini e che Mauro Comodi fa ormai parte del gruppo di lavoro che sto cercando di far nascere intorno alle mie sceneggiature.   Come ti sei avvicinato all\'idea di fare cinema? E\' una necessità espressiva, un gioco o cos\'altro? Amando la scrittura come forma di espressione mi sono inizialmente appassionato alla poesia ed al romanzo, ma notai subito che avevo grandi difficoltà a descrivere minuziosamente ambienti e situazioni. Tre anni fa mi sono avvicinato alla scrittura per immagini, che ritengo il metodo migliore per tirare fuori quello che hai dentro sempre con un occhio di riguardo alla creatività, il vero sale della buona scrittura. Il cinema per me non è proprio una necessità, ma una cosa che sento di poter fare con serenità e professionalità, è sicuramente un amore e non un gioco, ma non una necessità.   Nel tuo film il protagonista porta una maglietta di \"Caro Diario\", dice che il suo film preferito è \"I goonies\" e che l\'ultimo che ha visto è \"Il gladiatore\". Quali sono i tuoi gusti cinematografici? Questa è la domanda che preferisco. I miei gusti cinematografici sono allopposto di quelli del protagonista. I tre film che lui cita durante il corto evidenziano una certa disattenzione nel consumo del mezzo cinema, io invece seleziono molto le mie visioni, mi piace il cinema francese e sono un grandissimo estimatore (direi più un fissato maniaco) di Lars Von Trier e il cinema danese in generale, credo che il Dogma 95 sia una delle provocazioni culturali più interessanti della mia generazione, forse lunica che lascerà un segno. Mi piacciono i film che evidenziano un certo sforzo creativo e non una mera relazione dei fatti o di una storia sociale che non è più cinema ma cronaca. Volendo giocare un po ti faccio la classifica dei miei te film (attualmente) preferiti: 1 \"Le Onde del Destino\" di Lars Von Trier 2 \"Lamore che non muore\" di Loutrec 3 \"Denti\" di Salvatores.   Qual\'è la tua opinione sullo stato del cinema italiano contemporaneo? Il cinema italiano non sta poi così male, lunico problema è il buco generazionale. I vecchi registi preferiscono le storie alla tecnica (vedi La Stanza del Figlio), quelli nuovi preferiscono immagini alla Mtv a delle sceneggiature degne di essere chiamate così (vedi il sopravvalutato \"Ultimo Bacio di Muccino). Sinceramente gli unici due registi che hanno un gran gusto ne
FILM E PERSONE