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INTERVISTA AD AMERICO SBARDELLA

L'idea fu quella di creare un cinema, però privato, coperto con la tessera, che permettesse la proiezione di film senza visto di censura, allora molto severo e senza il quale un film non poteva essere proiettato in pubblico.

Filmstudio

18.04.2002 - Autore: Sara Rosato
Quali furono le condizioni grazie alle quali Filmstudio divenne un circolo, un laboratorio, un centro culturale e quali funzioni aveva agli inizi? E possibile, oggi, riattivare attività culturali come nel passato?   Noi, come molti altri giovani, in quel periodo, disillusi dallattività politica, frequentavamo spesso cinema, cineclub e festival, girando per varie città e rendendoci conto che a Roma, ancora molto provinciale, non era possibile vedere tutti i programmi dei Festival internazionali, tantomeno le programmazioni di Londra o di Parigi allora lidea fu quella di creare un cinema, però privato, coperto con la tessera, che permettesse la proiezione di film senza visto di censura, allora molto severo e senza il quale un film non poteva essere proiettato in pubblico. Costruimmo prima una sola sala da un Pepsi clan, luogo dove ballavano i giovani, lasciando laltra come laboratorio che prestavamo per vari interventi, dove hanno girato film, fatto riunioni, spettacoli (il Living Theatre, per esempio). Lidea era di creare questo posto anticonformista per far conoscere tutto il cinema delle avanguardie, sia quelle passate, le avanguardie storiche, sia soprattutto quella nuova, rappresentata negli anni 1967- 68 dal cinema underground americano, oltre che da quello italiano ed europeo (inglese e tedesco) e far confrontare posizioni diverse, accogliendo anche i Super8 sperimentali fatti da giovani e mantenendo un elasticità di programmi che consentisse anche ai cineasti di passaggio per Roma di proiettare le loro sperimentazioni. Nel 1975 Filmstudio si modificò, infatti intervennero dei soci che misero un po di soldi e permisero di creare la seconda sala, destinata a dei film in esclusiva. Mi ricordo che quando fu proiettato il primo film di Moretti, in Super8, da me selezionato e scoperto (nel 1977), nella attuale Sala Rossa (la seconda) vi rimase per ben tre mesi! Oggi la situazione non è cambiata. Cè ugualmente un rifiuto per il cinema non commerciale. Non trova distribuzione un certo tipo di cinema più stimolante, figuriamoci i film underground, le ricerche del cinema profumato o le poliproiezioni. E\' da poco inizita una rassegna su Amedeo Pagani, perchè avete scelto lui?   Vedendo i film che ha prodotto mi sono reso conto che lui è un personaggio del tutto unico nel panorama italiano. Mentre allestero ci sono dei produttori come lui, che si lanciano in operazioni anche azzardate, di coproduzione, per esempio con il Giappone o la Cina, queste cose non le ha fatte nessuno in Italia, è assolutamente inusuale. Infatti Pagani ha una grande passione per il cinema di qualità, per lautore, e quando fa un film partecipa come se fosse il regista.   Cè un ricordo particolare, legato ad un personaggio frequentatore del Filmstudio, che ci vuole raccontare?   Posso ricordare Aldo Moro, che era lunico grande politico DC che veniva spesso al Fimstudio, soprattutto a vedere i film francesi e la Nouvelle Vague, sempre accompagnato da quattro o guardie del corpo. Mi ricordo che era una persona di grande sensibilità.    
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