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Intervista a Jude Law

Per presentare il tanto atteso "Ritorno a Cold Mountain" che solo in America ha incassato 83 milioni di dollari, abbiamo incontrato Jude Law e Anthony Minghella. Il film è candidato a ben sette premi Oscar tra cui miglior attore Jude Law e miglior attrice non protagonista Renee Zellwegger.

Jude Law

12.04.2007 - Autore: Elena Dal Forno
Jude Law è bello come un dio greco. Quel capello ribelle che già avevamo visto in tanti film lui ce l'ha proprio cosi. Naturale. Splendido. Insieme a lui, in Italia per presentare "Cold Mountain" in uscita da venerdi, c'è Anthony Minghella (di origini italiane), già vincitore di un Oscar per "Il paziente inglese" e di altri svariati riconoscimenti per "Il talento di Mr. Ripley", regista, co-sceneggiatore e co-produttore del film. "Parlerò in inglese - attacca Minghella in italiano in una sorta di captatio benevolentiae perchè quando parlo in italiano sembro scemo. Ma ogni volta che metto piede in Italia sento che è qui che mi piacerebbe vivere e lavorare. Girando per Roma con mia moglie ci siamo detti che prima o poi dovremmo farlo. In questo hotel (il St. Regis Grand n.d.r.) tra l'altro ho girato Ripley, sono davvero grato all'Italia".   Così come è grato all'Odissea di Omero, con la quale fa spesso paragoni in questo "Cold Mountain". "Si in effetti c'è molto dell'odissea in questo film. L'idea di un viaggio totale, all'interno e all'esterno di sè, l'idea di quest'uomo che torna all'amore è un significato estremo, importante. Io volevo proprio parlare dell'amore, non della guerra. L'ambientazione della guerra civile americana è la cosa che meno mi è interessata in questa produzione, anche se poi mi sono accorto di quanto invece sia una ferita profonda nella storia americana. Volevo un film sugli effetti della guerra. Sugli effetti che questa causa negli individui e nelle comunità, sull'entusiasmo cui ben presto si sostituisce l'incubo. Non dico nemmeno che non sia stata un'odissea girare questo film, sia davanti che dietro la macchina da presa, ma ne è valsa la pena e sono orgoglioso".   "Il viaggio di Inman è soprattutto interiore conferma Law e la vera relazione qui è di ogni personaggio con se stesso più che con il regista o la macchina da presa. Però il messaggio che cerchiamo di trasmettere è estremamente positivo e sono felice di averlo portato sullo schermo. Per me che vengo da un piccolo borgo vicino a Londra, da Lewisham, è già stato un successo ottenere una parte in un teatro di Londra, ma continuare a fare dei progetti interessanti come questo, spingendo me stesso ogni volta in nuove sfide, è una cosa che mi rende felice. La mia è più una carriera di relazioni che di ambizioni, per questo continuare a lavorare con persone come Anthony mi fa estremo piacere"   Un film d'amore, dunque, ma Jude Law crede come Inman che l'amore vinca ogni cosa?. "Non c'è dubbio. Nonostante le nostre esperienze carichino la nostra vita di così tante sensazioni e creino a volte dei bagagli pesanti, l'amore domina ancora la scena. Tutto quello che Inman supera, tutti gli ostacoli, tutte le difficoltà, così come fa anche il personaggio di Ada che lo aspetta, è merito dell'amore, dell'unica forza che ancora è in grado di farci superare tutto".   E per Minghella invece cosa rappresenta l'amore?. "Un'energia che deve dare positività o almeno dovrebbe. Io vengo dalla scrittura, sono prima di tutto un narratore, quindi sono particolarmente interessato a quelle storie che possono permettermi di alzare il volume di ogni situazione emozionale, dall'amore, alla passione. Per questo il libro di Frazier da cui è tratto il film mi ha colpito. Era un buon libro con una bellissima storia d'amore e ho voluto girarla anche contro quanto pensa Hollywood che crede che solo i libri fuori di testa portino successo al botteghino".   Parlando proprio di successo cosa rappresenta l'Oscar per voi?. "Ero già stato candidato come miglior attore non protagonista afferma Jude Law per "Il talento di Mr. Ripley" e poi ho vinto. Questo ha cambiato molte cose, sono diventato più visibile, era più facile per me lavorare con persone stupende e continuare a fare l'attore, lavoro che amo. Quindi se vincerò quest'anno sarò semplicemente ancora più contento".   "A casa ho una vetrina replica invece Minghella con tutti i premi che ho vinto e in fianco ho una cyclette. Quando guardo questi due oggetti non so quale odio di più. Mi ricordano sempre quanto è dura la strada del successo, quanto bisogna sempre lavorare, non fermarsi mai a pensare di aver raggiunto qualcosa. Quindi vincere rappresenta per me un'opportunità di continuare ancora a lavorare senza pensare di adagiarmi sugli allori".   Progetti futuri allora?. "Sto girando a Londra un film di Mike Nichols chiude Law si intitola "Closer" e poi girerò con John Madden "Tulip Fever", anche se vorrei tanto una lunga vacanza!" "Le mie prossime fatiche saranno televisive dice il regista una serie in Africa e una che avrà per protagonista una madre lavoratrice".
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