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IL PIANETA DELLE SCIMMIE

IL PIANETA DELLE SCIMMIE

Il Pianeta delle scimmie

02.08.2001 - Autore: Alessandra Taddei
Corre l\'anno 1968 e Charlton Heston riveste per la prima volta i panni dell\'esploratore spaziale George Taylor, che sopravvive ad un incidente astronavale sulla faccia di un pianeta remoto ed apparentemente deserto, per poi scoprire che è abitato da scimmie antropomorfe e da uomini. Ma i due gruppi di primati, come il protagonista umano realizza con comprensibile sgomento, si sono scambiati i ruoli rispetto a quanto avviene sulla terra: nel pianeta delle scimmie sono queste ultime ad essere civilizzate, razionali, dotate di linguaggio e di una complessa struttura sociale; gli uomini, abbrutiti e primitivi, sono utilizzati come animali da lavoro. Si tratta del famosissimo Pianeta delle scimmie, nel cui finale, imprevisto e scioccante, il pubblico scopre le responsabilità umane nell\'intera vicenda. Ventisei milioni di dollari incassati convincono la 20th Century Fox a perseguire la strada tracciata da questo apologo pacifista e protoecologista, nel quale Franklin Shaffner, futuro regista dei Ragazzi venuti dal Brasile, sa proporre simboli efficacemente apocalittici dell\'umana sete di distruzione. Heston accetta nel 1970 di interpretare \"Fuga dal pianeta delle scimmie\" soltanto a patto che al termine del film Taylor muoia ed un\'esplosione finale seppelisca tutti, credendo di porre in questo modo una lapide definitiva sulla storia; ed infatti, nel secondo capitolo di quella che in realtà sarebbe diventata una vera e propria saga, compaiono sul pianeta altri uomini, i superstiti della catastrofe nucleare che ha generato il ribaltamento, i quali continuano a gingillarsi con una bomba al cobalto, adorandola addirittura come divinità. E così viene facilmente garantito il finale esplosivo alla Zabriskie Point. Ma il successo continua e di seguiti ce ne saranno ancora tre, senza contare la serie televisiva e, naturalmente, il remake diretto da Tim Burton ed uscito recentemente in America, nel quale Heston ha accettato di comparire in un cameo, e questa volta nella parte di una delle scimmie. Il nuovo Pianeta delle scimmie è uno dei più costosi e chiacchierati film della stagione, e non c\'è da stupirsi che la Fox lo abbia affidato a Burton, il genietto dark che ha già dimostrato con i due Batman di essere la persona giusta per gestire una superproduzione conciliando critica e pubblico. Eppure, i toni apologetici del Pianeta delle scimmie originale sembrano poco in linea con l\'universo gotico di Burton, in cui solo in modo implicito viene portata avanti una critica, peraltro serrata, ad una civiltà massificante e terrorizzata dai diversi. Burton ha tenuto a specificarlo: il suo Pianeta delle scimmie parte da un presupposto del tutto simile a quello dell\'originale, con un umano (Mark Wahlberg) che fronteggia il capo militare delle scimmie (Tim Roth) in un mondo dominato da queste ultime, ma per il resto la storia è completamente reinventata. Il pianeta del titolo non è più la terra, così da mettere tutta la vicenda al riparo da metaforizzazioni improprie. E anche fra le scimmie non manca chi simpatizza con la causa dei ribelli umani: Ari, ad esempio, interpretata da un\'irriconoscibile Helena Bonham Carter,che addirittura si invaghisce di Wahlberg. I tempi sono proprio cambiati, e se nel 1968 Heston si scrollava disgustato di dosso le zampacce degli invasivi quadrumani, nella versione di Burton ci ha pensato il guru del make up Rick Baker a modellare corpi scimmieschi espressivi e quanto mai antropomorfi, aprendo così la strada nientemeno che a brividi sensuali fra primati: quanto basta per generare ondate di prudente riprovazione preventiva nella puritana America già altrove stigmatizzata da Burton.