NOTIZIE

IL PADRINO

Una delle pagine più belle scritte dal cinema degli anni Settanta. Uno dei ritratti più approfonditi ed impegnati della Sicilia di Cosa Nostra.

Il Padrino

12.04.2007 - Autore: Fabrizio Marchetti
Una delle pagine più belle scritte dal cinema degli anni Settanta. Uno dei ritratti più approfonditi ed impegnati della Sicilia di Cosa Nostra. Una delle coppie di attori, Marlon Brando e Al Pacino, che ha più suggestionato le platee di tutto il mondo ad ogni livello generazionale. Dalleccellente romanzo di Mario Puzo, il maestro Francis Ford Coppola riuscì in un colpo solo a coniugare una pluralità di intenti: dalla ricercatezza storiografica per il fenomeno Mafia, descritto e lucidamente rappresentato come male endemico della società, ad una volontà di cristallizzare attraverso lindagine metaforica una transizione sostanziale (e conflittuale) tra lAmerica che fu e lAmerica moderna. Cè di più. La voglia di analizzare la criminalità organizzata nel grande e nel piccolo dettaglio non procede in modo anomico ma risulta essere informata su principi normativi di coesione atti a dar conto del logico punto di vista interno dellorganizzazione stessa. Cè un procedere etico e relativamente giusto alla base della struttura mafiosa. Nulla è lasciato al caso, nulla è frutto di impulsive macchinazioni. Ogni cosa è studiata e prevista sul nascere. Gli interessi egemoni della Malavita sono così perseguiti in modo coerente, secondo concezioni mentali ed in base ad unidea di ordine che esclude categoricamente nitide differenziazioni tra bene e male. In questo micro-sistema i fini divengono il motore della realtà mentre la natura dei mezzi impiegati diviene poco più che un dettaglio. La violenza scellerata dei criminali acquista cittadinanza in tal senso, in una direzione che intende salvaguardare lesistenza di unistituzione basata su interessi particolari e nullaltro. La legge diviene una presenza ingombrante, spesso assente e sicuramente antitetica ai valori diffusi dallorganizzazione. Perché ciò che conta veramente non è il corpo di regole imposto verticalmente dagli enti collettivi, pubblici e sociali. I veri valori dellesistenza si colgono a ben altro livello: sono presenti e vengono trasmessi direttamente da padre in figlio secondo forme di socializzazione primaria (processi di affiliazione e simili) molto vicine a quelle in atto nei nuclei familiari. I legami di sangue che si vengono a creare divengono pertanto fondamentali per la sopravvivenza di un gruppo sovraordinato, invisibile e spietato. La posizione di Coppola si evince in una sceneggiatura che cerca di fotografare ognuna di queste dinamiche. Ed è una posizione distaccata, estremamente scrutante, mai affascinata. E la posizione di chi osserva impassibile senza farsi influenzare da propri giudizi di valore. La valutazione è lasciata allo spettatore perché la narrazione lo concede. E si tratta di unoperazione narrativa eccezionale. Il resto lo fanno gli interpreti (superbe anche le performance di James Caan e Robert Duvall) , la magistrale fotografia del veterano Gordon Willis e le indimenticabili musiche di Nino Rota (che non ottenne la nomination perché accusato di aver riciclato brani tratti da una sua precedente soundtrack, quella di Fortunella). Girato dal regista alletà di 30 anni, The Godfather si aggiudicò 3 premi Oscar: miglior film, miglior attore (Marlon Brando) e migliore sceneggiatura non originale.   Per visionare le valutazioni tecniche del dvd ed esaminare il giudizio sui contenuti speciali del cofanetto cliccare di seguito.