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Il mondo di Woody

Woody Allen è al 36esimo film della sua carriera. E dopo così tanti metri di pellicola impressi è probabile che sia difficile trovare il confine tra passione e forza dell'abitudine

Woody Allen

12.04.2007 - Autore: Claudio Moretti
Woody Allen è al 36esimo film della sua carriera. E dopo così tanti metri di pellicola impressi è probabile che sia difficile trovare il confine tra passione e forza dell’abitudine.

“Fare film per me è una distrazione. Se non l’avessi fatti, se  non avessi nulla per distrarmi, dovrei lottare di continuo con la depressione, l’ansia, il terrore. Per me fare film è  terapeutico. Anche se nessuno viene a vederli, io ho comunque il beneficio di vivere in un altro mondo per un anno, senza dover vivere nel mondo reale”.

Certo questa psicoterapia di fare un film l’anno costicchia a Woody e allora deve chiedere i soldi agli Studios. Lui ha sempre avuto una spiccata abilità a trovare i finanziatori per i suoi film, pur senza sfondare al botteghino.

“Però ormai gli Studios esigono troppo controllo: vogliono leggere gli script, vedere i giornalieri e dare i loro suggerimenti. Io non posso lavorare a questo modo. Io voglio solo che mi diano i loro soldi in una busta marrone e poi vadano via”.

Per anni i film di Woody Allen sono costati 3 milioni di dollari e ne hanno fruttati 9, così ne ha potuto fare un altro subito dopo. Match point, invece, ha buone possibilità di essere il suo maggiore successo commerciale dai tempi di Io e Annie e di Hannah e le sue sorelle. Lui tuttavia non si interessa di quanto accade al botteghino, voleva piuttosto nascere genio.

A volte penso che tra me e la grandezza ci sono di mezzo io. Non ho mai diretto un capolavoro perché mi manca un elemento fondamentale: il genio. Quando ho fatto questo film ho pensato a Cechov. Lui sì che è un genio capace di scrivere una pièce dove non succede nulla, ma che tutti cercano di imitare.

Dopotutto ha regalato pagine memorabili alla storia del cinema. Dal genere comico degli inizi (Prendi i soldi e scappa, Il Dittatore dello Stato libero di Bananas, Provaci ancora Sam), ai capolavori seguenti (Io & Annie, Interiors, Manhattan, Zelig), in una carriera interminabile, appannata solo negli ultimi dieci anni, ma capace comunque di qualche acuto. 

Sono sempre stato fortunato nella mia vita, fin dall'inizio. Ho avuto tutto quello che potevo avere, salute e successo professionale e anche la critica è sempre stata molto buona con me, sorvolando sugli aspetti negativi del miei film ed esaltando quelli positivi. Ma non sono un genio.


A chi era solito prendere nota delle sue battute, durante Match Point deve esser rimasto il taccuino quasi vuoto. Forse Woody ha abbandonato la commedia?

No, affatto. Dopo questo film ho girato Scoop, sempre con Scarlett, è un'opera molto divertente, almeno nelle intenzioni. Questo per dire che non faccio piani, mi baso solo sull'idea che poi sviluppo: se me ne viene una divertente faccio una commedia, altrimenti un'altra cosa. L'unica cosa che per me è segno di un vero cambiamento è che ho sempre meno voglia di recitare. Questo mi dà l'idea di avere più libertà.


Dopo anni ha rinunciato al cuore di New York per ambientare un suo film.

Lavorare in Inghilterra è molto piacevole. Specialmente perché gli attori inglesi parlano così magnificamente; anche quelli che fanno piccole parti parlano così bene che puoi capire ogni singola parola.

Rhys Meyers (il protagonista del film) si rischiara la voce: “Solo per la cronaca, io sono irlandese”.

La voce di Scarlett è invece sempre quel misterioso impasto di rude sensualità da lasciar sorpresi. In Match Point non nasconde neanche una briciola del suo sex appeal.

Mi sono sempre sentita a mio agio con la mia sensualità e non ho fatto un grande sforzo per interpretare questa ragazza così sexy e seducente. Devo dire però che l'intensità e la passione che si vede nel film sono il frutto della perfetta intesa che c'è stata sul set tra me e Jonathan, che è un ragazzo bellissimo. Gli uomini pensano che io possa essere qualcosa di speciale.
- Beh, perché non lo sei?
- Nessuno ha mai chiesto i soldi indietro.