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Il monaco

Un film fatto da scene d'azione e i combattimenti di arti marziali in cui le leggi della fisica sono puro optional.

Il monaco

12.04.2007 - Autore: William Chioccini
(Bulletproof Monk) Regia: Paul Hunter. con Chow Yun-Fat, Seann William Scott, Jaime King.   Un monaco tibetano senza nome (Chow Yun-Fat) ha il compito di proteggere una pergamena che permette di dominare il mondo. Ogni sessant'anni deve mutare il protettore della pergamena e il cambio della guardia è vicino. Bisogna solo che si realizzino tre profezie...   In questo spensierato film estivo, Chow Yun-Fat interpreta un monaco dallo sguardo sornione perennemente in fuga da un gruppo di nazisti comandati dal cattivissimo Struker e da sua nipote Nina. Chow elude tutte le loro trappole e trova il tempo di addestrare il prossimo difensore della pergamena. La sua ricetta per essere invincibili in combattimento è "basta crederci", e Kar (Seann William Scott) sembra crederci davvero: in men che non si dica anche lui comincia a compiere acrobazie da capogiro come il suo maestro. Ladro di giorno e proiezionista di notte, il giovane Kar ha appreso le arti marziali a modo suo. Non in palestra, non per la strada, bensì... al cinema. La sala presso cui lavora proietta film di arti marziali e Kar si allena imitando i personaggi del grande schermo. Al duo si unisce Jade, detta anche "Bad Girl" (Jaime King), figlia di un mafioso russo. Jade potrebbe vivere in un palazzo principesco ma preferisce frequentare la feccia della società, rappresentata dalla banda guidata dal grottesco Mister Funktastic, un "piccolissimo Cesare" che vive con i suoi scagnozzi nelle gallerie in disuso della metropolitana. Ma i veri nemici rimangono i nazisti. Li vediamo in Tibet nel 1943 mentre sterminano i monaci buddisti e poi sessant'anni dopo, mentre gestiscono un'associazione per i diritti umani (!). Durante tutto il film non danno letteralmente tregua. Per i buoni è impossibile anche solo sedersi e scambiare due chiacchiere. Gli implacabili nazisti li aggrediscono da tutte le parti, ricorrendo ad ogni tipo di arma, elicottero compreso. Ma i buoni, si sa, vincono sempre...   Il punto forte de "Il Monaco" sono le scene d'azione e i combattimenti di arti marziali in cui le leggi della fisica sono puro optional. Per il resto ci sono alcuni buoni momenti ironici, una romantica sorpresa nel finale, e il senso della vita viene spiegato con una metafora a base di panini e hot-dog.