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I love you, Miss Kubelik

La grande Shirley MacLaine, superarta da poco la soglia dei 70 anni, torna nella commedia commovente "In Her Shoes", da venerdì nelle sale

Shirley MacLaine

12.04.2007 - Autore: Adriano Ercolani
E l’ultimo giorno dell’anno. La casa è piena di scatoloni imballati, che preannunciano un imminente trasloco. I due siedono sul divano, l’uno accanto all’altra. Lui la guarda in uno stato ipnotico.

“Io l’amo, Miss Kubelik!” le sussurra rapito. Lei non sembra reagire a queste parole, e continua a mischiare le carte per la partita di ramino. “Ha sentito cosa ho detto? Io l’adoro alla follia!” Lei distoglie per un attimo lo sguardo dal mazzo e lo alza sul suo volto incerto. Torna ad abbassare gli occhi sulle carte, ma stavolta sorride. “Fa’ le carte e poi ridimmelo!”

Questa è la scena che conclude uno dei grandi capolavori del cinema americano classico, “L’appartamento” (The Apartment, 1960) di Billy Wilder, il film che ha consegnato alla storia ed al mio personale “Olimpo degli attori” i due protagonisti, Jack Lemmon e Shirley MacLaine.

Inutile tentare di essere imparziali quando si vuole parlare di quest’attrice, quella che più di tutte ha saputo impersonare lo spirito romantico ed insieme effervescente della grande commedia americana. Interprete dotata di straordinario estro recitativo, a cui nel corso della sua carriera ha saputo assimilare una struggente vena melodrammatica, Shirley MacLaine ha attraversato gli ultimi cinquant’anni di cinema con la classe e la versatilità di cui pochissimi attori hanno usufruito.

Superata da poco la soglia dei settant’anni, l’adorabile Miss Kubelik (o l’altrettanto mitica Irma “la douce” se preferite, ma sarebbero innumerevoli i personaggi interpretati dalla MacLaine da ricordare) si appresta a commuoverci ancora una volta con una delle sue migliori interpretazioni: avremo infatti il privilegio poterla vedere straordinaria caratterista nel commovente “In Her Shoes” (id., 2005), accanto ad altre due “stelle” di prima grandezza come Cameron Diaz e Toni Collette. Tratto dall’omonimo romanzo di Jennifer Weiner – pubblicato in Italia col titolo “A letto con Maggie” – il film narra con i toni sapidi della commedia dolce-amara il difficile rapporto tra due sorelle che non hanno assolutamente nulla in comune. Rose (Collette) è una trentenne fin troppo posata e repressa, mentre Maggie (Diaz) non riesce a tenersi un lavoro ed un uomo per più di una settimana. Sarà il ritrovato rapporto con l’anziana nonna, Ella (MacLaine), a riunire le due donne ed a far loro superare il dramma che nel profondo le unisce…

Diretto da uno dei registi più interessanti della Hollywood contemporanea, quel Curtis Hanson già autore di “L.A. Confidential” (id., 1997) e “Wonder Boys” (id., 2000), il film ha già entusiasmato la critica d’oltreoceano, che ha applaudito l’equilibrio tra narrazione e messa in scena e soprattutto la grande interpretazione della MacLaine, capace di passare dal registro leggero a quello drammatico con un semplice sguardo. Il pubblico italiano potrà tornare ad ammirarla con “In Her Shoes” a partire dall’11 novembre.

Che altro scrivere su Shirley MacLaine? Un tentativo appena accennato di rendere omaggio alla sua bravura d’attrice ed al carisma del suo personaggio comporterebbe pagine e pagine di lodi. Inutile citare tutti i premi assegnati, tutti i riconoscimenti ricevuti (ed ancora da ricevere: per “In Her Shoes” già qualcuno parla di premio Oscar…). Preferiamo chiudere questo pezzo come lo abbiamo aperto, con una piccola testimonianza della sua straordinaria vena comica…

1984, cerimonia di consegna degli Academy Awards. Lo show dura molto più del previsto, e supera abbondantemente le cinque ore. Uno degli ultimi Oscar ad essere assegnati è quello per la miglior attrice protagonista: come previsto, a vincerlo è Shirley MacLaine per “Voglia di tenerezza” (Terms of Endearment). Commossa e trafelata lei corre sul palco, e fingendo un’estenuata gioia sorride al pubblico:

“Thank you so much! I’m a bit tired: the show has been as long as my career!”