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"I Cento Passi"

"I Cento Passi"

Cento passi

14.04.2003 - Autore: Adriano Ercolani
Il film, ambientato a Cinisi, piccolo paesino della Sicilia, racconta la storia vera di Peppino Impastato, giovane idealista ribellatosi alla cultura mafiosa del silenzio e della sottomissione. Dopo una breve parentesi ambientata nei primi anni di età del ragazzo, la storia parte dalladolescenza del protagonista, a cavallo tra gli anni 60 e 70, quando forte era la speranza di cambiamento e rinnovamento. Peppino, fervente militante del Partito Comunista, capisce subito che lunico modo di ribaltare lo stato di paura e tensione in cui il paese vive, è urlare e rendere pubblica la propria contestazione e rifiuto della regola dellomertà. La sua radicale presa di posizione lo porta a scontrarsi con la propria famiglia, soprattutto con il padre Luigi (Luigi Maria Burrano), che stremato lo caccia di casa. Il personaggio principale contro cui Peppino si scaglia è proprio suo zio Tano Badalamenti (Tony Sperandeo), che accetta con pazienza gli attacchi del nipote senza dargli troppa importanza. I cento passi del titolo del film sono quelli che separano la casa dei due. Quando Impastato però apre una piccola emittente corsara, Radio Aut, ed inizia a spargere via etere il seme del dissenso, il disagio in cui viene messo il boss in ascesa spinge questultimo ad intervenire, facendo pressione sulla famiglia del ragazzo. Lo scontro tra padre e figlio adesso diventa veramente complicato, fin quando il genitore muore accidentalmente investito da unauto pirata. Durante il funerale del padre, Peppino rifiuta le condoglianze di Tano Badalamenti e dei suoi scagnozzi, scatenando definitivamente lira del potente mafioso.   Il commento Vincitore del premio per la miglior sceneggiatura allultimo Festival del Cinema di Venezia, I Cento Passi è di sicuro una delle migliori pellicole italiane di una stagione cinematografica che ha riservato, finalmente, un buon numero di film di valore. La scelta di Giordana è stata quella, azzeccata, di presentare prima di tutto un film confezionato con unimpeccabile abilità tecnica, sicuramente superiore alla media delle nostre produzioni; in particolare le musiche e la fotografia del film rappresentano dei punti di forza capaci di catturare lattenzione dello spettatore ed immergerlo nel pathos della vicenda. E qui arriviamo allaltra scelta dellautore, che preferisce evitare un taglio registico troppo documentario e portare invece sullo schermo una storia sicuramente drammatizzata ed enfatizzata, ma indubbiamente efficace e coinvolgente. Lo svolgersi delle vicende del protagonista è narrato con abilità, sia nella buna sceneggiatura che nella direzione degli attori, tutti decisamente bravi. In particolare vogliamo spendere una parola in più di elogio per il protagonista Luigi Lo Cascio, davvero credibile anche nel suo fervore rivoluzionario, e per la madre Lucia sardo, una delle migliori caratteriste del nostro cinema, purtroppo troppo spesso usata in modo inadeguato. Infine dobbiamo sottolineare anche la bravura di marco Tullio Giordana, capace, dopo tante varie prove registiche piuttosto alterne, di offrirci un film molto ben orchestrato in tutte le sue componenti, e diretto con mano sicura e spigliata, anche quando si è trattato di spingere sul pedale rischioso del melodramma.   In sintesi Uno dei migliori film italiani della stagione. Tutto funziona a dovere, dalla regia agli attori, dalla sceneggiatura alle componenti tecniche. La pellicola espone in maniera non documentaristica la storia vera di Impastato, ma rende comunque omaggio al piccolo eroe proletario anche scegliendo la strada dellenfatizzazione e della drammatizzazione. Bravissimo il protagonista Luigi Lo Cascio, identico al vero Peppino.   Il giudizio Riuscito melodramma che non si preoccupa di essere unindagine scrupolosa su un fatto di cronaca, ma preferisce puntare sulla drammaticità della vicenda. Riuscendo in pieno nellintento di emozionare e commuovere.  
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