Ho voglia di te

     

  Partiamo da una considerazione che appare quanto mai necessaria: negli ultimi anni sta finalmente prendendo piede un tipo di produzione cinematografica “specializzata” nell’andare incontro alle esigenze d’evasione del grande pubblico: non stiamo parlando soltanto dei soli cine-panettoni o dei comici di turno, da Verdone a Pieraccioni. Film come “Manuale d’amore” (id., 2005) di Veronesi, “Notte prima degli esami” (id., 2006) di Brizzi dimostrano che esiste la possibilità di realizzare prodotti capaci di attirare la gente al cinema anche in periodi lontani dal Natale. Seguito ideale di “Tre metri sopra il cielo” (id., 2004), questo “Ho voglia di te” può senza dubbio essere inserito in questo gruppo di pellicole che dovrebbero risultare una nuova versione del “prodotto medio” della nostra industria cinematografica. Il problema principale è che se questo è il livello di tale “prodotto medio”, allora siamo ancora molto lontani dal poter ben sperare per il futuro.