NOTIZIE

Hannibal: iniziano le sorprese

Abbiamo visto il primo episodio della serie dedicata al killer cannibale. Preparatevi a un mostro tutto nuovo

Hannibal - Mads Mikkelsen

09.04.2013 - Autore: Mattia Pasquini
Dal 4 aprile scorso abbiamo un nuovo Hannibal Lecter: il maniaco omicida, geniale e amante del buon gusto, più imprevedibile e sadico che si ricordi è il protagonista della serie NBC omonima che fino al 27 giugno (13 episodi) offrirà una nuova lettura del personaggio creato da Thomas Harris nel 1981.
Dopo trasposizioni più o meno fedeli (Manhunter di Michael Mann, 1986, e Red Dragon, 2002), riletture (Il silenzio degli innocenti, 1991), sequel (Hannibal, 2001) e prequel (Hannibal Rising, 2007) non era facile trovare una chiave per ripresentare il personaggio reso celebre da Anthony Hopkins.

Hannibal lecter mads mikkelsen serie tv silenzio degli innocenti

La scelta di rifarsi al brillante psichiatra originario ha dato la possibilità a Bryan Fuller di sviluppare in maniera diversa dal solito il Cannibale, e soprattutto il suo rapporto con l’alter ego Will Graham, qui interpretato dal britannico Hugh Dancy (La fuga di Martha, Hysteria).
Per ora siamo solo all’inizio, ma sin dal pilot diretto da David Slade (Eclipse, 30 giorni di buio, Hard Candy) l’interpretazione dello splendido Mads Mikkelsen mostra una voluta neutralità – sostenuta dalle immagini e da una regia ambigua – probabilmente mirata a far crescere il personaggio e le aspettative via via che la vicenda si sviluppa.
Certo, sarà difficile farsi sorprendere, vista la notorietà del ‘Villain’, e che le immagini di Hannibal a tavola siano un omaggio al Maigret di Simenon, ma il taglio è già di per sé molto intrigante. Paradossalmente – me neanche tanto – anche più della nuova veste cucita addosso alla sua nemesi, pur interessantissima.

Hannibal lecter mads mikkelsen serie tv silenzio degli innocenti

Il nuovo Graham è infatti una figura borderline, tra l’autistico e il sociopatico, dalla non comune capacità empatica che lo porta davvero ‘nella mente dell’assassino’. E che lo rende oggetto di studio da parte dell’assassino stesso.
Si annuncia un gioco delle parti che, se gestito senza concessioni all’effetto o a compensazioni di scrittura, promette di essere l’elemento migliore della serie. Anche grazie all’espressività (in contrasto con la freddezza di Hannibal Mads) di uno Hugh Dancy da riscoprire. Ma ne parleremo più diffusamente.