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Goal!

Una favola moderna sul calcio. Il film, diretto da Danny Cannon, possiede una sua patinata efficacia visiva, soprattutto quando il regista decide di sfruttare in pieno il clima e la situazione ambientale inglese

Goal - il film

12.04.2007 - Autore: Adriano Ercolani
Goal!, Usa, 2005.
Regia di Danny Cannon;
con Kuno Becker, Stephen Dillane, Alessandro Nivola, Anna Friel, Marcel Iures, Gary Lewis


Il giovanissimo Santiago (Kuno Becker) è un clandestino messicano che vive a Los Angeles con la famiglia composta da padre, nonna e fratello più piccolo. Quando l’ex-giocatore del Newcastle Glen Foy (Stephen Dillane) lo vede accidentalmente giocare a calcio capisce subito che il ragazzo è dotato di un talento fuori dell’ordinario, e tenta con ogni mezzo di fargli ottenere un provino con un talent-scout della sua gloriosa vecchia squadra. Dopo varie peripezie, tra cui un forte contrasto con il padre che lo vorrebbe accanto a lui nel suo lavoro di carpentiere, Santiago riesce ad arrivare a Newcastle, dove viene preso in prova per un mese nella squadra giovanile. In questo ambiente del tutto nuovo per lui il giovane inizia la sua personale maturazione, a contatto con giocatori più esperti ma anche più “estroversi”, come il talentuoso ma indisciplinato Gavin Harris (Alessandro Nivola). Nella piovosa cittadina inglese questo fuoriclasse in erba dovrà dimostrare non soltanto il proprio valore sul campo, ma soprattutto la propria tempra d’animo fuori dal rettangolo di gioco.

A parte poche, ma molto significative eccezioni, il mondo dello sport è stato da sempre terreno poco fertile perché la macchina dei sogni hollywoodiana potesse appropriarsene con successo. Lo scarto sta probabilmente che nel fatto che l’immaginario collettivo ha già reificato i maggiori esponenti di questo mondo, per cui un ulteriore sfruttamento applicato dal cinema molto speso non riesce. Un film poi sul calcio, sport che nonostante numerosi tentativi non ha poi preso piede in America in maniera significativa, risulta dunque impresa ancor più rischiosa: questo “Goal!” viene infatti ambientato in Inghilterra, ed in particolare a Newcastle, una delle città più “calde” d’Europa per quanto riguarda la fede calcistica. Il film, diretto da Danny Cannon, possiede una sua patinata efficacia visiva, soprattutto quando il regista decide di sfruttare in pieno il clima e la situazione ambientale della cittadina britannica: così le parti più belle del film sono alla fine dei conti i continui allentamenti sotto la pioggia, a cui fanno da degno contraltare le sfavillanti partite di calcio dentro i roboanti stadi. Retto da una sceneggiatura tanto scontata quanto funzionale ad attirare un pubblico adolescente in grado di immedesimarsi inconsciamente con il protagonista, “Goal!” si propone come puro spettacolo di genere, e non vuole essere nulla di più di quel che promette. Certo, a ben guardare, sotto la lucentezza smaltata della confezione c’è ben poco quanto ad originalità e molto invece di retorica. Condire una “favola” così smaccatamente esplicita con accenni sociologici sarebbe stato probabilmente inopportuno, per cui alla fine la provenienza e la condizione familiare del protagonista rimangono una mera cornice che serve per amplificare appunto il tono da “favola moderna” che il film vuole cavalcare. Se basta questo, allora…