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Dalla tv al cinema

Sabrina Impacciatore

impacciatore

14.03.2003 - Autore: Maria Antonietta Schettino
Se il termine simpatico, che deriva dal greco (letteralmente con-pathos) vuol dire compartecipazione, entrare in contatto con laltro, comunicare davvero, allora, Sabrina Impacciatore è veramente simpatica. E una ragazza attenta e come una gatta segue ogni movimento dellinterlocutore. Forse questo è il segreto delle sue imitazioni.   E questa vigile attenzione verso tutto ciò che ti circonda a darti la possibilità di individuare le caratteristiche delle persone che poi trasformi in imitazioni o caratterizzazioni?   S.I.:Sì, io sono curiosissima e starei le ore ad osservare la gente. Losservazione della realtà circostante è fonte inesauribile di spunti. Per un attore è il mezzo per tastare il polso alla società che cambia, che si trasforma attraverso i costumi, le esigenze, gli interessi. Conoscere e osservare gli altri vuol dire conoscere e osservare se stessi, è fondamentale.   Mi spieghi quale osservazione del Grande Fratello ha fatto emergere a protagonista assoluto e rispettabilissimo il piede di Marina La Rosa, nella tua riuscitissima imitazione?   S.I.:Più di una volta ho potuto verificare che Marina utilizzava i piedi come strumento di seduzione. Camminava spessissimo a piedi scalzi, li metteva molto in mostra e, soprattutto, ci giocava strusciandoli ora su Rocco ora su Pietro...guarda faceva così... e, mimando la scena, tutti gli avventori del bar, che prima facevano i vaghi, si girano improvvisamente ad osservarla.   Quando trovi ispirazione per un personaggio (pensiamo a Darla in Macao) e lo stai costruendo, dove trovi conferma sulla bontà dellimitazione, fai le prove davanti allo specchio o chiedi consiglio a qualcuno?   S.I.:Non riesco a guardarmi allo specchio ed essere lucida, non ho quel dovuto distacco dalla mia immagine da poter addirittura giudicarmi. Nel caso di Marina il riscontro sono stati il mio fidanzato e una amica che, scoppiandomi a ridere in faccia, divertentissimi, mi hanno spinta ad accettare la proposta di collaborazione con Convencion\".   Hai sempre voluto fare questo lavoro o hai iniziato per caso?   S.I.:Sin da quando avevo tre anni amavo stare in palcoscenico. Tra i ricordi più nitidi della mia infanzia ci sono quelli di quando entravo in scena ad esempio vestita da Madonna. Anche al liceo ho studiato recitazione. E\'sempre stata una reale passione e un istinto che sentivo dentro, ma più sentivo che questa forza diventava vitale, più ne avevo paura e iniziavo a combatterla. Dopo alcuni anni di teatro infatti mi sono iscritta ad un corso parauniversitario triennale sulla comunicazione di massa: sono stata sempre molto realista e conoscendo le difficoltà di questo mestiere avevo paura di fallire. Allora ho lavorato come commessa, come rappresentante, ho venduto anche polizze assicurative, ma improvvisamente il corpo si ribellava, stavo male perché quello che facevo non mi corrispondeva. Non vivevo io, ma un\'altra me. Capii irrimediabilmente che dovevo tentare questa professione e, con sacrifici grandissimi, ho iniziato seriamente.   In Non è la RAI, venivi consigliata da Boncompagni?   S.I.:No, ed anzi, da quel geniaccio particolare quale è, mi ha affidato il venerdì la rubrica sulla posta e, dal martedì successivo, mi ha mandato in onda per 400 puntate senza sapere cosa avrei detto o fatto in trasmissione. Comunque, i testi, anche delle imitazioni, li scrivo da sola e sono molto critica e perfezionista, una \'rompi\'.   Ci spieghi comè avvenuto il passaggio al cinema?   S.I.:Il primo film è stato il Compagno con la regia di Citto Maselli. Adoravo questo regista e gli dissi sinceramente che avrei desiderato fare un film con lui. Dopo un anno mi ha chiamato per un provino.   A proposito come ti comporti quando devi essere scelta nel cast di un film?   S.I.:Credimi, sono disastrosa. Io sono molto emotiva: tachicardia, tremore, sudorazione, blocco della salivazione, sono quasi la norma. Per il ruolo di Matilde in Concorrenza sleale di Ettore Scola (con Sergio Castellitto e Diego Abatantuono, n.d.r.) ho implorato di ripetere la scena per almeno otto volte, alla fine forse mi hanno scelto perché non ce la facevano più.   E con Muccino, nel film Lultimo bacio?   S.I.:Ero convinta che fosse andato tutto malissimo: più lui mi diceva sei stata perfetta, ti accompagno al motorino più dicevo a me stessa: è così gentile perché non sa come dirmi che non sono stata scelta.   In questi film sei passata ad interpretare ruoli seri, diversissimi dai tuoi personaggi, come ti sei trovata?   S.I.:Ne sono stata felicissima perché un attore dovrebbe poter esprimersi in tutte le corde. La bravura dellattore dovrebbe consistere anche in questo. Poi entrare nella mentalità di altre donne, attraverso i personaggi, è un mezzo per conoscersi e crescere.   Cosa vuoi lasciare di volta in volta di te nel pubblico?   S.I.:Voglio riuscire a suscitare emozioni e, quando riesco a strappare una risata, mi rendo conto che questo è il mezzo più bello di comunicazione, perché la risata è lapertura senza difese.   Cosa vuoi che emerga di te in questa intervista?   S.I.:Il cuore.  
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