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Britannici all'arrembaggio

I telefilm britannici tirano fuori gli artigli e conquistano spazio in tv.

Serie tv dalla Gran Bretagna

29.11.2010 - Autore: Elisabetta Tirabassi
Per la nostra generazione cresciuta a pane e telefilm, il paradiso terrestre, il giardino dell’eden da cui attingere a piene mani in fatto di serie tv è sempre stata, e di certo continuerà ad esserlo per lungo tempo, l’America. Molte delle serie che ci hanno accompagnato nella crescita provenivano dagli USA e ancora oggi il 90% di ciò che guardiamo in televisione ha origini angloamericane. Da qualche tempo però qualcosa sembra muoversi in un’altra direzione, forse perché i canali satellitari e il digitale terrestre sono sempre in cerca di nuovi possibili prodotti, o forse semplicemente perché anche noi europei stiamo lentamente imparando le regole del gioco, fatto sta che sempre più spesso arrivano in Italia anche serie tv di origine europea.

Qualche titolo della tv spagnola, tedesca, francese si affaccia nei nostri palinsesti di solito quando il successo è talmente grande da non poter essere ignorato, ma su tutti, negli ultimi tempi, è la tv britannica a vincere la partita e non è di certo un caso. I telefilm made in Britain, infatti, hanno dimostrato di non avere niente da invidiare ai cugini statunitensi e spesso, con la metà degli investimenti, sfornano prodotti migliori.

Senza ripescare dallo scatolone gli sketch di “Mister Bean” che continuano ad essere trasmessi durante tutte le feste e pause di palinsesto, come riempitivo, gli inglesi più di ogni altra cosa sanno far ridere, non in modo sguaiato o sciocco, ma con quella astuzia tanto “british” di cui di certo “The IT Crowd” di Channel 4 è l’esempio migliore. Un duo di nerd senza speranza, insieme ad una donna che non brilla per intelligenza sono costretti a lavorare insieme e il risultato è che non si smette un attimo sghignazzare per la mediocrità di Jen e l’alienazione informatica di Roy e Morris.

Uno dei primi telefilm ad affacciarsi sulla scena e a conquistare gli spettatori è stato però “Skins”, teendrama del canale E4 e mandato in chiaro da Mtv Italia. Un team di giovani autori, registi e attori hanno fatto della serie un piccolo cult adolescenziale che racconta dei giovani con irriverenza e sincerità perché così sono i ragazzi e per raccontarli ci vuole coraggio e schiettezza.

Un concetto appreso e condiviso dai creatori di “The Inbetweeners” (sempre E4) che racconta le avventure di quattro amici. Ragazzi normali, né in alto né in basso nella rigidissima divisione scolastica tra sfigati e popolari, che cercano in tutti i modi di emergere senza cadere nel baratro dove li aspettano i nerd. I risultati però lasciano irrimediabilmente a desiderare. Ironico e irriverente ha convinto pubblico e critica per la lucidità e la sagacia, con cui analizza una generazione incapace di fuggire le etichette e la noia.

Ma gli inglesi non sembrano capaci di parlare solo di ragazzi, sono infatti anche di capire e ciò che in tv può smuovere la loro curiosità. Di questi tempi, mentre ovunque qualsiasi genere di mostro impazza, e i reality show continuano a fare ascolti incredibili, cosa potrebbe esserci di meglio per noi telespettatori di una serie come “Dead set” (ancora E4) a metà strada tra le due cose? Gli zombie, infatti, arrivano in Inghilterra proprio mentre va in onda l’ultima serata del Grande Fratello e con somma cattiveria e con humour tutto inglese, i creatori di “Dead Set” massacrano la nostra società.

E ancora più folle, paranoico, grottesco è “Psychoville” (BBC) dove un gruppo di assurdi protagonisti psicotici (un clown depresso, un nano innamorato, un killer scemo, un’ostetrica esaurita e un collezionista di orsacchiotti cieco) riceve nello stesso giorno una lettera con scritto sopra “So cosa hai fatto”. Un po’ horror, un po’ thriller, un po’ satira e un po’ semplicemente comico, il figlio della BBC in cinque puntate racconta una storia difficile da catalogare.

E per chiudere citiamo altri due telefilm, entrambi nati da famosi romanzi molto riadattati. Il primo è "Merlin" della BBC1 (ormai trasmesso persino in chiaro da Mediaset) che rivisita le avventure di un giovane Merlino dalla sua iniziazione alla conquista di Camelot che ha conquistato molti fan per il complesso rapporto esistente tra Merlin e Artù.

L’altro è una nuova produzione in tre puntate della BBC che vede protagonista Sherlock Holmes, proprio in un momento in cui il film di Robert Downey Junior lo ha riportato sulla cresta dell’onda. Quello che rende "Sherlock" però molto appetibile è la sua ambientazione nel presente. Holmes risolve casi (quelli dei primi tre libri) con tutta la tecnologia dei nostri tempi a disposizione, si muove in una Londra molto moderna e ha come aiutante un Watson scampato dalla guerra in Afghanistan ma, ve lo assicuriamo, è talmente simile all’originale di Arthur Conan Doyle che quasi fa paura.

La Gran Bretagna ci ha insomma conquistato e speriamo che continui a sfornare idee originali e innovative che in tv non sono mai troppe.