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Brit Generation

Perchè accontentarsi di una copia quando possiamo avere gli originali? La nostra top-five delle serie british che gli USA invidiano.

Brit Generation

22.06.2011 - Autore: Giacomo Cannelli
C'è un legame stretto tra Stati Uniti e Inghilterra. Non è solo una questione linguistica. Se diamo uno sguardo alle maggiori produzioni made in USA ci rendiamo conto di quanta influenza la televisione inglese abbia su quella americana: Shameless, Being Human, Free Agents (solo per citare i più recenti), The Office, Life on Mars, Skins e la lista potrebbe essere molto più lunga se tenessimo conto anche dei Reality Show (chi pensate l'abbia inventato X-Factor?). Tutto quello che funziona, viene preso, trasportato e riscritto per andare incontro al pubblico americano (e globale visto che molto spesso da noi arriva solo la versione "rimasterizzata" negli USA). Ma non tutto può essere cambiato. Quando una serie è British nel midollo non c'è produzione o adattatore che tenga. In questa classifica lasceremo da parte i remake per scoprire il genuino stile Inglese.

5. The Inbetweeners
The Inbetweeners è una serie del 2008 andata in onda per tre stagioni su Channell4. Il plot è incentrato sulla vita del giovane Will e i suoi tre scapestrati amici, cresciuti nei sobborghi di West London. Con uno stile registico semplice e raffinatamente sporco, la serie ci racconta i tipici problemi adolescenziali (la prima auto, i documenti falsi per l'acquisto di alcolici, il bullismo) con un piglio che ricorda, con le dovute differenze culturali, American Pie. La serie ha guadagnato la fiducia degli spettatori televisivi vincendo il premio del pubblico ai BAFTA e il British Comedy Award. La stampa inglese ha spesso avvicinato The Inbetweeners a Skins (entrambe le serie raccontano la vita dei teenager). Malgrado il tono da commedia la serie riesce a descrivere in maniera realistica situazioni e ambienti che tutti conoscono. Una visione colorata e a volte un po’ troppo autoreferenziale, che però risulta più verosimile di quella patinata e decadente descritta da Skins.

4. The Thick of it
The thick of it ci porta nei meandri della vita politica inglese, raccontandoci le vicende di alcuni funzionari del governo. A differenza di SpinCity qui lo stile visivo è volutamente documentaristico, senza fronzoli o risate finte. Il creatore della serie Iannucci, spiega come in molti casi abbia lasciato improvvisare gli attori per aggiungere ulteriore realismo alla recitazione. Prima delle prove lo script veniva mandato a uno swear consultant (traducibile come un consulente di imprecazioni!) per rendere i dialoghi più "coloriti". La serie ha già all'attivo 3 stagioni (una quarta in arrivo), un film (In the loop) e un adattamento americano, rifiutato dall'Abc, che verrá forse ripescato dall'HBO.

3. PeepShow

Peepshow, serie Channell4 in onda da oramai 7 stagioni (la più longeva sitcom del canale!), propone uno stile narrativo non convenzionale. A differenza della sitcom classica, caratterizzata da regia semplice, personaggi caricati e ambienti ricostruiti, Peepshow stravolge lo stile visivo raccontando i personaggi in prima persona. Sentiamo i loro pensieri e vediamo con i loro occhi. In molti casi le scene sono state girate montando le telecamere sulla fronte o sugli occhiali dei protagonisti per darci esattamente il loro punto di vista. Malgrado alcune difficoltà iniziali (la prospettiva può risultare straniante) la serie cresce nel corso delle puntate, grazie anche alla coppia comica formata da David Mitchell e Robert Webb, già ampiamente rodata in alcuni show di successo come “That Mitchell and Webb's look”.

2. The It Crowd
Roy (Chris O'Dowd) e Moss (Richard Ayoade) sono due geek (o "standard nerds" come li definisce il loro capo) che lavorano per la Reynholm Industries. La loro routine di tecnici informatici scansafatiche viene improvvisamente spezzata quando Jen (Katherine Parkinson), che non sa nulla di informatica, diventa il loro capo. Prima di The Big Bang Theory, The It Crowd ha portato sul piccolo schermo l'universo geek fatto di magliette con citazioni pressochè impossibili da decifrare e mancanza totale di senso pratico (in un episodio, memorabile, Moss chiama i pompieri con una mail!). Nel 2008 è stato tentato un adattamento oltreoceano con risultati scadenti. L'unico a ricomparire nei propri panni è Moss (insostituibile) che peró risulta come appiccicato in un contesto (quello americano) che non gli appartiene. Le battute sono le stesse, il risultato peró è ben diverso. "Have you tried turn it off and on again?"

1. Spaced
Spaced è una serie del 2009 scritta e interpretata da Simon Pegg (Paul, L’alba dei morti dementi) e Jessica Stevenson (Doctor Who, Skins). La regia è affidata allo scoppiettante Edgar Wright (Scott Pilgrim, Hot Fuzz). Tim e Daisy si sono conosciuti per caso in un bar. Entrambi alla ricerca di una casa, si fingono fidanzati per rispondere ad un annuncio di un appartamento a buon prezzo, disponibile solo per una coppia. Nella loro nuova dimora i due affronteranno surreali avventure circondati da vicini di casa davvero particolari. La serie è caratterizzata da un montaggio rapido, nonsense e continue citazione di pop culture. Ricorda per alcuni versi Scrubs, ma con una regia fumettosa che si rifà una volta all'horror (in alcuni episodi già si intravede L'alba dei morti dementi sempre di Wright e Pegg) un'altra al film d'azione, in una beffa continua degli stereotipi del cinema made in USA. Forse proprio questa satira tagliente nei confronti di Hollywood ha reso pressochè impossibile ogni adattamento come ci spiega lo stesso Wright "Parte del fascino di Spaced è nelle persone che vivono nel nord di Londra e nel loro modo di prendere in giro i film americani...la tv americana è troppo glamour, un adattamento non avrebbe senso!". E così è stato.