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Brancaccio

E' ispirato alla storia di don Pino Puglisi, il sacerdote palermitano ucciso nel 1993, il nuovo TV movie in onda su Raiuno l'11 e il 12 aprile. Protagonisti Ugo Dighero e Beppe Fiorello.

Brancaccio

12.04.2007 - Autore: Adele de Gennaro
E\' di scena ancora la mafia sugli schermi televisivi ma, anche se l\'ambito è quello della fiction, questa volta si sfogliano pagine insanguinate della nostra storia recente. Dopo \"Donne di mafia\" trasmesso di recente su Raidue con risultati non esaltanti, arriva ora \"Brancaccio\", il nuovo film in due parti - in onda su Raiuno mercoledì 11 e giovedì 12 aprile alle 20,50 - diretto da Gianfranco Albano e interpretato da Ugo Dighero e Beppe Fiorello. Sceneggiato da Pietro Calderoni e Gualtiero Rosella, il film di Gianfranco Albano è ispirato a don Pino Puglisi, sacerdote assassinato dalla mafia il 15 settembre 1993, il giorno del suo cinquanteseiesimo compleanno. Don Pino non era un parroco di periferia come tanti, ma qualcosa di più, tanto da diventare allo stesso tempo simbolo di riscatto per il mondo laico e nome di martire per la Chiesa. Una vita passata a combattere la cultura della mafia e della violenza attraverso le leggi, le istituzioni e le parole del Vangelo, cercando di strappare i giovani dalla strada, di affrancarli da un destino già scritto per chi nasce in un quartiere che, separato dal centro storico di Palermo solo da un passaggio a livello, ha un primato poco invidiabile: la più alta densità mafiosa del palermitano. Don Pino Puglisi era certamente una figura scomoda, alle armi e alle pallottolle opponeva la forza della ragione e la fiducia nei giovani, nella loro istruzione. Per questo il suo sogno, appena nominato parroco a Brancaccio, era quello di costruire una scuola, il primo passo da compiere in un quartiere con un elevatissimo tasso di analfabeti. Palermo non lo ha dimenticato( il 15 settembre è diventata la data ufficiale di apertura dell\'anno pastorale della diocesi palermitana), inoltre il prossimo 6 maggio sarà ufficialmente annunciata la chiusura positiva della fase diocesana del processo di beatificazione. Non c\'è dubbio che sia una storia da raccontare e da far conoscere ai più giovani, ma il regista precisa che questo non è un film \'su\' don Puglisi - nomi e personaggi sono inventati - ma soltanto ispirato alla sua figura. Un distinguo superfluo, comunque, dato che fin dalle prime scene è chiaro che la vicenda raccontata non è quella di un prete qualunque. Nulla a che vedere con Padre Pio e i suoi miracoli, due fiction bastano e avanzano, ma il \"Brancaccio\" di Gianfranco Albano è lontanissimo anche dai soliti film che della mafia mostrano solo le sparatorie e i processi. Già dal cast, insomma, si intuisce che alle spalle non c\'è nessuna operazione \'furba\': il regista ha infatti affidato la parte del protagonista, don Pino, a Ugo Dighero, (attore legato a molti programmi di satira, fra cui \"Avanzi\"), mentre per i due fratelli \'picciotti\' ha voluto Beppe Fiorello e Alessandro Agnello. Prodotto da Rai Fiction e dalla Tangram Film di Matteo e Roberto Levi, il film di Gianfranco Albano racconta la storia di Don Pino che, nominato parroco di Brancaccio, non si lascia abbattere dallo sgomento ma decice di fare qui quello che ha sempre fatto altrove: assistere chi ha bisogno, con una predilezione speciale per i giovani. Il suo sogno è quello di aprire una scuola, di dare un\'istruzione ai ragazzi. Don Pino vive la fede come impegno civile ed è per questo che la sua presenza a Brancaccio preoccupa don Sebastiano Marsala (Calogero Butta), il boss locale che, latitante, detta legge in tutto il quartiere. Don Sebastiano non tollera che quel \'parrinu\' inviti i commercianti a sottrasi all\'usura e al racket,nè che cerchi di appropriarsi dei sotterranei di un palazzo usati dalla malavita per farne aule scolastiche. Fra i due nasce inevitabilmente un guerra, prima subdola, poi sempre più violenta fino ad intrecciarsi con la vicenda parallela di due fratelli, Nuccio e Santino. Nuccio (Beppe Fiorello) è un giovane di 25 anni che, dopo la morte dei genitori, ha fatto da padre al fratello più piccolo, Santino (Alessandro Agnello), un ragazzino di 16 anni che lo adora. Entrambi sono però sotto la protezione di don Sebastiano che, non avendo figli, spera di fare di Nuccio il suo uomo di fiducia e lo arruola nella sua \'famiglia\'. Il ragazzo conduce così una doppia vita. Da un lato gestisce una concessionaria di moto, si sposa con una ragazza della piccola borghesia, Maria (Tiziana Lodato) ed ha un figlio, dall\'altro ha il compito di fare terra bruciata intorno a don Pino. La storia procede in un crescendo di violenze finchè Santino, conquistato dai valori morali del sacerdote, tradisce il fratello e decide di denunciarlo. Di lì a poco anche Maria scopre la doppia vita di Nuccio e sceglie di abbandonarlo ma il destino non può cambiare e una sera di settembre don Pino sarà ucciso sul sagrato della sua chiesa. Per Beppe Fiorello - già diretto da Carlo Verdone in \"C\'era un cinese in coma\" - questo è il primo ruolo drammatico e, dopo qualche esitazione iniziale, ha accettato di interpretare il film perchè dimostra come sia possibile diffondere valori alternativi alla mafia. Per il fratello minore di Rosario Fiorello, come intende precisare, Nuccio non è solo un killer spietato ma un ragazzo come tanti che non ha la consapevolezza di avere valori sbagliati. Intanto, dopo \"Brancaccio\" l¹attore ha scelto di cambiare registro girando alcune scene del nuovo film di Marco Risi, \"Le tre mogli\", una commedia in cui interpreta un giovane gay che dirige un ristorante in Argentina. Una parentesi cinematografica con un ruolo decisamente più leggero, ma per Beppe Fiorello è già in vista una nuova fiction per la Rai.  
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