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BLOW

Tratto da una storia vera (George Jung sta ancora scontando la sua pena), il film di Ted Demme si snoda febbrilmente lungo due decenni straordinari, fornendo una sofferta esplorazione del lato oscuro del sogno americano

Blow 1

12.04.2007 - Autore: Stefano Finesi
Tratto da una storia vera (George Jung sta ancora scontando la sua pena), il film di Ted Demme si snoda febbrilmente lungo due decenni straordinari, fornendo una sofferta esplorazione del lato oscuro del sogno americano: tenace, leale e con unossessione per il denaro trasmessa dalla madre, il protagonista non esita infatti a scavalcare la legge per raggiungere lobiettivo imprescindibile dellaffermazione sociale, per riuscire a controllare il suo destino e imporre al mondo le sue regole. Il mito del self-made man si capovolge così in unesistenza criminale vissuta tuttavia senza sensi di colpa e senza una rabbia reale contro il sistema, in una sorta di ingenua consapevolezza di essere bravo nel proprio lavoro, come sentenzia George, in un candore disarmante che il volto di Johnny Depp sa rendere alla perfezione. Johnny è un attore unico, afferma Demme, e non gira mai una brutta scena. Fin dal primo giorno è diventato George Jung e le sfumature che ha portato non finiranno mai di stupirmi. Il suo istinto è strepitoso, non solo come attore, ma come persona. Passando in rassegna con gusto divertito il miglior kitsch anni settanta, Blow azzecca diversi momenti notevoli (la giovinezza spensierata sulle spiagge californiane), ma ha forse il difetto di non riuscire fino in fondo a comunicare ladrenalina e il dramma della malavita, lesaltazione dellascesa e la solitudine della caduta: colpa probabilmente di una sceneggiatura, che a volte (è il caso del rapporto tra George e Mirtha) è incapace di stringere legami veramente intensi e significativi tra i personaggi, finendo per fiaccare la portata drammatica del film. Insomma, cè da rimpiangere cosa Blow sarebbe stato nelle mani di Scorsese o Paul Thomas Anderson, ma quanto rimane non fa perdere loccasione di lustrarsi gli occhi, più di una volta.  
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