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Addio a Glen A. Larson, creatore di supercar e Battlestar Galactica

In cinquant'anni di carriera, Larson ha creato anche Magnum P.I., Quincy, Automan e contribuito a L'uomo da sei milioni di dollari

Supercar

17.11.2014 - Autore: Marco Triolo
Uno sceriffo a New York, Nel tunnel dei misteri con Nancy Drew e gli Hardy Boys, Battlestar Galactica, Quincy, Manimal, Automan, Supercar, Professione pericolo, Magnum P.I. Sembra incredibile che queste serie TV più o meno leggendarie ma tutte famosissime siano state create dalla stessa persona. Eppure è così.

Glen A. Larson, una delle menti creative più importanti della televisione americana tra gli anni '70 e '80, si è spento a 77 anni a causa di un cancro. La sua carriera iniziò negli anni '50 come cantante nel gruppo The Four Preps e la sua passione per la musica non lo lasciò mai, spingendolo a scrivere molti dei temi delle sue serie TV. Larson ha anche prodotto (e in parte scritto) i tre film per la TV adattati dal romanzo Cyborg di Martin Caidin che diedero vita alla serie L'uomo da sei milioni di dollari. Quest'ultimo, come molte sue creazioni, presto diventerà un film con Mark Wahlberg. Anche Manimal potrebbe diventare un film, mentre Supercar è tornato brevemente in TV in un sequel di scarso successo. Un vero fenomeno, al contrario, il remake televisivo di Battlestar Galactica: quattro stagioni che hanno generato anche il breve prequel Caprica. E pensare che l'originale, pur riscontrando un discreto successo, durò solo una stagione dal 1978 al 1979, perché troppo caro: ogni episodio costava più di un milione di dollari.

Larson fu anche più volte criticato perché molte delle sue più celebri creazioni assomigliavano in maniera sospetta a film di successo. Battlestar Galactica fu concepito dopo Guerre stellari, Due onesti fuorilegge dopo Butch Cassidy, Uno sceriffo a New York dopo L'uomo dalla cravatta di cuoio e Automan dopo Tron. Lo scrittore Harlan Ellison lo soprannominò “Glen Larceny”, cioè “Glen Furto”, eppure Larson non si è mai scusato, né ha mai negato queste somiglianze. Anzi. “Le reti televisive assomigliano molto alle case automobilistiche – ha dichiarato – Se qualcosa là fuori attira il pubblico... penso la si possa chiamare ricerca di mercato... le reti a volte ti dicono, 'Sai, vorremmo che ci proponessi qualcosa di simile a questo'”. Un'onestà inattaccabile.

Fonte: The Hollywood Reporter