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Serie Cult: 10 ragioni per amare The Knick

La serie che ha rianimato il Medical Drama televisivo è già di culto. Un altro show da recuperare!

10.02.2016 - Autore: Mattia Pasquini (Nexta)
Con la fine dell'anno scorso si è conclusa anche la seconda stagione di The Knick, serie tv Cinemax trasmessa in Italia dal canale satellitare Sky Atlantic in quasi contemporanea con gli Stati Uniti. Una perla rara - in un panorama tv costellato di fantasy, distopia, supereroi, serial killer e crime - che non a caso ha saputo ritagliarsi una nicchia notevole e restare complessa e avvincente anche dopo la prima eclatante annata. Venti episodi che raccontano un momento eccitante della storia moderna di New York e della medicina e potrebbero essere solo l'inizio di un progetto più ampio. Steven Soderbergh ha infatti pubblicamente ammesso di averla immaginata svilupparsi nell'arco di sei anni, con cambiamenti netti ogni due… Ne sapremo di più a partire dal prossimo anno, ma intanto vale la pena riguardare a quanto visto per identificare i principali motivi per recuperarla (o rivederla con più attenzione) prima che sia troppo tardi…

C'è Clive Owen
Iniziamo dalla più evidente. Candidato nel 2005 all'Oscar e vincitore di un Premio Golden Globe per Closer, negli ultimi anni l'attore inglese è stato nominato per i Globes anche per il film tv Hemingway & Gellhorn e proprio per The Knick. Fascinoso e carismatico, il capo chirurgo John Thackery è uno dei suoi migliori personaggi. E tra i più riusciti della scorsa stagione televisiva.. Non si può non conoscerlo.

Steven Soderbergh
Basta il nome. Il Premio Oscar del 2000 per Traffic aveva a lungo annunciato un temuto ritiro, per fortuna rinviato proprio grazie alle sue due ultime prove per il piccolo schermo: Dietro i candelabri (presentato al Festival di Cannes e pluripremiato) e The Knick. La sua regia, in tutti gli episodi, offre sicuramente un ulteriore ottimo motivo per non perderne nemmeno uno, soprattutto per l'alto livello di scene, ambientazioni, fotografia e colori. Cambierà qualcosa con l'auspicato - dallo stesso Soderbergh - passaggio di testimone a partire dalla terza stagione?

Sesso, droga...
Ispirato al realmente esistito William Stewart Halsted (1852-1922), John Thackery è un uomo schiavo degli eccessi. Curiosità e sperimentazione - che lo caratterizzano sul piano professionale - fanno parte anche del suo privato, con una sessualità che non conosce pregiudizi e limiti e una crescente dipendenza dalle droghe, che la fanno davvero da padrone nelle due stagioni andate in onda. "Era come la Red Bull - dice uno dei creatori Jack Amiel parlando della cocaina nello show, - infatti era regolarmente usata sui pazienti. La stessa Coca-Cola fino al 1903 ne conteneva una certa quantità". Non a caso il geniale fisico cui ci si è rifatti era realmente un cocainomane e morfinomane a quanto pare.

…e New York
Spesso nelle produzioni televisive statunitensi le ambientazioni losangeline e newyorkesi si impongono all'attenzione, facendo leva sulla nostalgia di molti o sulla capacità di riconoscerne gli scorci. In questo caso, oltre al fascino indubbio delle location - la serie è stata ampiamente girata nelle strade di Tribeca e Lower Manhattan, dove è situato l'Ospedale nella finzione (in realtà in piena Harlem) - c'è la possibilità di godere della ricostruzione di una New York mai vista, di inizio '900.


The Knickerbocker
Un termine ricorrente nella storia della Grande Mela - dalla cultura alla topografia, fino allo sport, con i New York Knicks, diminutivo proprio del termine, antico appellativo degli abitanti di New York - in questo caso indica la storica struttura, nella quale è interessante intrufolarsi. La pregevole ricostruzione dell'Ospedale è curata fin nei dettagli, e davvero non è comune poter scoprire come funzionasse, come fossero organizzati gli spazi e la funzionalità e che segreti potesse nascondere un luogo come quello. Sede per altro di movimenti sociali come di innovativi studi su tecniche e strumentazioni chirurgiche.

Sangue in abbondanza
Se siete facilmente impressionabili, questo in realtà potrebbe essere un deterrente, ma il realismo - e tutto quanto abbiamo già detto - non poteva prescindere dal mostrare certe crudezze o violenze. New York (e il mondo) all'epoca non era un posto facili nel quale abitare e muoversi. Per altro, essendo ampiamente ambientato in una sala operatoria sarebbe stato ridicolo edulcorare eccessivamente certi accadimenti. E controproducente dal punto di vista produttivo evitare di sfruttare la possibilità drammaturgica offerta da operazioni e interventi (anche di 'chirurgia estetica').


Bianco e nero
Grazie alla presenza del dottor Algernon Edwards (interpretato da Andre Holland) la questione razziale è fortemente presente nelle due stagioni, sia a livello di scontro sociale sia nelle discriminazioni interne all'istituzione ospedaliera. Ispirato al vero Louis T. Wright (1891-1952), chirurgo afroamericano laureato ad Harward e attivo nella prima metà del XX secolo, Edwards - come anche Wright - resta un esempio per il traguardo raggiunto di diventare il primo chirurgo nero dell'Ospedale (nella realtà di quello di Harlem, nel 1921).

Amore proibito
Più di uno. Al netto delle delusioni, sono molte le relazioni poco consentite dalla società dell'epoca ai personaggi messi in scena dalla serie. Per estrazione sociale, per colpe nei confronti della missione scelta e - ovviamente - per razza. Senza esagerare con gli spoiler, vale la pena citare i due principali e più evidenti: quello tra il dottor Algernon Edwards e la promessa sposa Cornelia Robertson (Juliet Rylance) e quello tra lo stesso protagonista, John Thackery, e l'infermiera Elkins. Quest'ultima interpretata da Eve Hewson - figlia del cantante degli U2, Bono - una vera scoperta…


Che musica!
Oltre a scene e fotografia, la colonna sonora è un vero punto di forza della serie di Soderbergh. Merito di Cliff Martinez, già suo collaboratore in Traffic e autore delle musiche di Drive, che è stato capace di creare una colonna sonora perfetta per lo show seppur ricca di sintetizzatori e assolutamente moderna. Una distonia con il contesto 'd'epoca' che esalta le caratteristiche di entrambi gli elementi.

Un genere rivitalizzato
Le ultime generazioni hanno potuto affezionarsi a Grey's Anatomy e prima al Dr. House, ma il mito assoluto rimane E.R. - Medici in prima linea. Show di tutt'altro genere, ma esponenti di punta del genere 'Medical Drama', che oggi viene rinnovato e rivitalizzato. Anche in maniera dura e senza nascondere morte, sangue e dolore. Come anche - in compenso - tutta la parte scientifica, resa forse più comprensibile (almeno nelle dinamiche) di altre volte.