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The Search, la guerra secondo il regista di The Artist

Arriva in sala il nuovo film di Michel Hazanavicius, ancora interpretato da Bérénice Bejo

The Search

08.03.2015 - Autore: Mattia Pasquini
Presentato lo scorso anno al Festival di Cannes e riproposto al pubblico del Festival di Zurigo oltre che al Festival di Toronto, arriva finalmente in sala “The Search”, il nuovo lungometraggio del regista di “The Artist”, Michel Hazanavicius.

Certo, dopo un film tanto particolare - e soprattutto dopo la minuta partecipazione al dimenticabile “Gli infedeli” - non era compito banale quello di vendere un film bellico-sociale dalle radici fortemente umane tanto caro al regista (che ci ha investito una budget considerevole) da averlo scritto lui stesso in prima persona e aver affidato il ruolo principale alla propria compagna, la sempre bellissima Bérénice Bejo.

Forse troppo bella la sua Carole, protagonista principale di questo viaggio nell'Inferno ceceno durante la seconda guerra nella repubblica caucasica del 1999. Troppo bella e troppo fortunata, in più di un caso, anche se non in maniera sempre “consueta”. Una salvatrice pietosa che si aggira tra i dolenti, metà Dante e metà Madre Teresa. E il ruolo materno non è ispirato a caso, visto che gran parte della dinamica del film sta nell'intreccio delle diverse linee narrative proprio nella casa della spaesata occidentale e nell'accoglienza del piccolo fuggiasco in cerca di famiglia.

Un film dagli ottimi presupposti e dalla buona fattura, tecnica e registica soprattutto, ma che fallisce nella realizzazione delle intenzioni quando non sceglie se essere denuncia o favola, Edipo o Orfeo. In parte, il difetto sta nel manico, ovvero nell'originario omonimo del 1948 di Fred Zinnemann del quale questo è un remake, ma certo nella scelta di un materiale tanto ricco emotivamente e nelle forti motivazioni di cui sopra sarebbe stato lecito attendersi più pathos e meno “pulizia”.

In fondo ambiente e contesto erano già “sporchi” di per sé e l'impressione è che siano stati predisposti per il passaggio della elegante europea e per la sua missione di bontà. Restiamo convinti che non si sarebbe perso nulla del percorso esistenziale e sentimentale e umano di Carole, né del dramma del piccolo profugo alienato e disperato, prestando meno cura a questo tipo di dettagli e più a mantenere il realismo necessario a farne un film “vero”. In parte anche per una forma di rispetto - sicuramente voluto e condiviso anche programmaticamente - per la storia rappresentata.

“The Search” arriverà in sala il 12 marzo.
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