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Perez. Luca Zingaretti nero come la pece

Zingaretti vs. D'Amore: due ottimi attori per un noir riuscito a metà

07.09.2014 - Autore: Marco Triolo
Perez.” (si scrive così, con il punto) è una storia di malavita ambientata in una Napoli atipica e surreale, tra grattacieli che ricordano più una metropoli del nord Europa che la capitale partenopea. Un noir urbano dal tono dimesso e cupo, diretto da Edoardo De Angelis e interpretato dagli ottimi Luca Zingaretti e Marco D’Amore, rivelazione di “Gomorra - La serie” che qui fa un personaggio molto simile al Ciro Di Marzio dello show televisivo tratto dal libro di Roberto Saviano. Purtroppo alle buone intenzioni segue una realizzazione altalenante.

La voce fuori campo di Zingaretti descrive l’anima tormentata del suo personaggio, avvocato chiamato a difendere criminali di ogni sorta. Una vita spesa a contatto con il male in ogni sua accezione, male che si è fatto strada come un cancro nella sua anima e ora lo divora. Ma c’è di più: la sua unica figlia è innamorata di un camorrista (D’Amore), che lei inizialmente crede innocente. Una faccenda di diamanti porterà l’avvocato a scontrarsi con quest’ultimo in una escalation di violenza. “L'universo psicologico di questo personaggio è un inferno – ha detto Zingaretti – Perez è attraversato da un grande conflitto interiore: una consapevolezza della sua esistenza in un preciso istante della propria vita. Un'incapacità a riprendere in mano le redini della propria esistenza”.

Sullo schermo scorre grande amore per il noir americano, unito a evidenti debiti nei confronti del cinema di Matteo Garrone e Paolo Sorrentino. Quelle atmosfere sospese, quei personaggi dolenti, quelle ambientazioni così lontane dalla cartolina. Poi però qualcosa si arena, in particolare nella sceneggiatura. Manca la botta alla fine del secondo atto, un crescendo di conflitti e tensione. Tutto si affossa in un generico ritratto tetro e pessimista della società, fino a una conclusione piuttosto scontata. “Perez.” è un noir girato decisamente bene. Per quanto bene la si giri, una piccola storia resta una piccola storia. Mancano la sostanza e un ampio respiro.
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