NOTIZIE

Dopo matrimoni e isole, è il momento del reality funerario

Dall'Italia, Morti e Stramuorti racconta tutto quanto gira intorno al nostro 'ultimo viaggio'.

13.06.2015 - Autore: Mattia Pasquini (Nexta)
Il cinema e la letteratura ce l'avevano insegnato, la scaramanzia è una componente essenziale della cosiddetta napoletanità. Totò insegna. Ma non solo lui. Ma scongiuri e portafortuna rischiano di essere uno stereotipo anche fastidioso. A combatterlo, ora, ci penserà Morti e stramuorti, originale format televisivo creato da Kimera per parlare di defunti in maniera diversa e per cambiare (forse) il nostro modo di considerare la fine dell'esistenza, senza tabù.

Ovviamente l'obiettivo di Explora, il canale del gruppo De Agostini Editore, è soprattutto quello di fare audience con un reality mai visto che va ad aggiungersi a una serie di variazioni sul tema che ci hanno di volta in volta presentato cuochi, innamorati delusi, giovanottoni in cerca di fama, ballerini, cantanti, novelli sposi e via dicendo. In fondo si sa, i reality ormai sono molti e creare qualcosa di nuovo in questo genere non è facile; forse proprio questa era l'idea che mancava.

Al centro degli otto episodi del programma la famiglia Dell’Anno, titolare di una delle più note agenzie di pompe funebri di San Giovanni a Teduccio (Napoli) da tre generazioni, la "più allegra e divertente di Napoli", come la presenta la promozione ufficiale. L'ironia d'altronde sarà una delle armi segrete per conquistare il pubblico, che scoprirà i funerali più inusuali e inimmaginabili (come quello in gondola) o le curiosità del Cimitero Monumentale (con le visite alle tombe di Totò e Caruso), fino alla smodata passione di famiglia per la squadra di calcio della città.

Ma anche cucina tipica e istruzioni per truccare il caro estinto per la sua ultima uscita pubblica, l'addio al gatto di casa e gli aiuti per affrontare un lutto doloroso, fino ai riti apotropaici di cui si parlava inizialmente… Saranno decisamente varie le vicende dei funeral planners sotto i riflettori e dei quali arriveremo a conoscere nel dettaglio sia il lavoro sia il carattere. "L'ironia fa parte del nostro carattere, siamo fatti così, quando possiamo prendiamo con ironia anche il nostro lavoro", conferma Massimo Dell’Anno legando strettamente i due aspetti.

Al suo fianco, nell'impresa, il resto della numerosa famiglia (sono in quindici!), collaboratori compresi. Alla testa, Umberto e i tre figli Francesco, Massimo e Mirko, aiutati ogni giorno da Federico (O’ Caposquadra), Lello (O’ bello), Gabriele (O’ Sciupafemmine), Aziz (O’Marocchino) e Roberto (O’Stagista). Con rispetto e un minimo di humor nero, tra kitsch e religione, potrebbe essere una occasione unica per apprezzare quello che abbiamo, prima che sia troppo tardi.


FILM E PERSONE