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Woody Harrelson: Mio padre il sicario

L'attore si apre sul suo passato in un'intervista a The Guardian

Woody Harrelson

19.02.2012 - Autore: P.F.
Intervistato da The Guardian durante la promozione del tanto discusso “Rampart” – dramma in cui interpreta un poliziotto fascista drogato di violenza – Woody Harrelson si è aperto riguardo al “lavoro” del padre Charles.

L’attore ha cominciato raccontando di come si sia preparato al ruolo nel nuovo film: “Normalmente non vado mai in paranoia, ma preparandomi al personaggio è successo. Durante le riprese di ‘Rampart’ sono accadute cose strane: ero aggressivo con gli amici. Pensavo mi offendessero, ma ho capito che ero io che la vedevo così. E loro mi dicevano: ‘Non vedo l’ora che la smetti con questo ruolo’”.

Harrelson, che ha interpretato spesso serial killer e personaggi con qualche rotella fuori posto, ha anche ricordato il lavoro sul set di “Assassini nati” di Oliver Stone, il film basato su un soggetto di Quentin Tarantino che lui stesso vede come “una commedia romantica incompresa”. “Anche durante quelle riprese sono accadute cose strane. In un certo senso è stato Oliver a incoraggiare la follia per ragioni artistiche: Tom Sizemore e Juliette Lewis lo erano abbastanza sul set”.

A quel punto il giornalista ha chiesto all’attore del padre sicario: “I miei si sono separati quando avevo sette anni. Ma lui era già da tempo in prigione. Entrava e usciva. Avevo undici anni quando ho sentito il suo nome alla radio: parlavano di Charles V Harrelson e del suo processo per omicidio. E io ero lì a pensare che non poteva essere un caso di omonimia. Sapevo che era mio padre! È stata una cosa terribile”. L’attore ha anche raccontato della madre: “Lei non amava mio padre. Ma devo ringraziarla perché ci ha sempre tenuto lontani dalle brutte notizie: non ha mai parlato male di lui. Mai. Avrebbe potuto: del resto lui non era né il migliore dei mariti o dei padri”.

Charles V. Harrelson è stato condannato a quindici anni per omicidio nel 1973. Uscito dopo cinque anni per buona condotta, ha avuto due ergastoli nel 1981 per l’omicidio di un giudice, il primo assassinato nel ventesimo secolo. “Per anni ho provato a farlo uscire – ha concluso l’attore – Ho provato a fargli avere un nuovo processo. Non so se se lo meritasse, però ero un figlio che voleva aiutare il padre. Ho speso milioni di dollari nel tentare di riflettere, sbattendomi la testa al muro. Avvocati su avvocati”.

Co-sceneggiato dal grande James Ellroy, “Rampart” è uno di quei film che non ha ancora una distribuzione italiana. Ci auguriamo di vederlo al più presto nelle nostre sale.
 
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