Wahlberg critica il suo Pianeta delle scimmie

Esami di coscienza come questi sono rari, nel mondo del cinema, perché spesso attori e cineasti tentano di non inimicarsi gli Studios con cui devono lavorare. Ma ogni tanto, l'onestà batte la ragion di stato e il risultato è che ci sentiamo un po' più vicini alle star che confessano senza filtro le proprie delusioni e i rimpianti.

Di solito fanno parlare di sé Shia LaBeouf e Mickey Rourke, ma oggi si aggiunge alla lista anche Mark Wahlberg. L'attore, intervistato di recente da MTV, è stato messo di fronte a un paragone tra “Planet of the Apes – Il pianeta delle scimmie” di Tim Burton, da lui interpretato dieci anni fa, e “L'alba del pianeta delle scimmie” di Rupert Wyatt. Il primo un tentativo fallito di rilanciare il franchise con un remake del primo capitolo, il secondo un riuscito prequel che ha accontentato critica e pubblico.

“Non l'ho visto ancora, ma ho sentito che è piuttosto bello. Il nostro non lo era – ha ammesso – Non avevano uno script riuscito e hanno fissato la data d'uscita prima che Tim avesse girato mezzo metro di pellicola. Lo pressavano, e l'hanno spinto nella direzione sbagliata. Bisogna lasciare Tim libero di lavorare a modo suo”. Dunque, Wahlberg non incolpa assolutamente il regista: “Non mi sono mai divertito tanto quanto lavorando con Tim. Andavo sul set di corsa per stare con lui”.

“L'alba del pianeta delle scimmie” è uno dei quindici candidati per ottenere la nomination agli Oscar per gli effetti visivi. Le nomination verranno rese note il 25 gennaio, ma è molto probabile che il film la spunti e arrivi anche alla vittoria, dato l'impressionante lavoro con il motion capture che ha portato alla creazione di realistiche scimmie in CGI. Si pensa anche che Andy Serkis, il pioniere del mo-cap che nel film interpreta la scimmia Cesare, potrebbe essere candidato come migliore attore.