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Via libera a Cannes per The Man Who Killed Don Quixote, Terry Gilliam ci sarà

La proiezione ha ricevuto l'OK del tribunale e il progetto più sofferto di Gilliam potrà chiudere il festival il 19 maggio

The Man Who Killed Don Quixote

10.05.2018 - Autore: Marco Triolo
Terry Gilliam sta bene, si è ripreso da un piccolo ictus e sarà presente al Festival di Cannes in occasione della proiezione di The Man Who Killed Don Quixote, che avverrà il 19 maggio. Il film di chiusura del festival ha avuto infatti il via libera dal tribunale francese incaricato di emettere giudizio sulla disputa legale tra Gilliam e Paulo Branco, ex produttore che sostiene di essere stato ingiustamente tagliato fuori dalla lavorazione del film, di cui sostiene di avere tutti i diritti.
 
La proiezione di The Man Who Killed Don Quixote dovrà semplicemente essere preceduta da un avviso che spieghi come essa non metta in discussione le rivendicazioni legali di Branco. La corte ha inoltre stabilito che Gilliam, Star Invest Films France e Kinology dovranno a Branco 1.500 euro a testa per coprire le sue spese legali.
 
Insomma, non si tratta di una vittoria netta per Gilliam nella questione, che resta in sospeso. Ma almeno il film sarà proiettato con il regista presente. “Dopo giorni di riposo e preghiere agli dei, mi sono ripreso e sto di nuovo bene – ha scritto Gilliam su Twitter – E così The Man Who Killed Don Quixote! Abbiamo vinto la causa! Andremo al ballo, vestiti da film di chiusura del Festival di Cannes!”. Gilliam ha concluso il tweet con l'hashtag “#QuixoteVive”.
 
E in effetti è quasi un miracolo che il film, a cui Gilliam lavora praticamente da vent'anni, sia finalmente pronto. Gli ultimi ostacoli – sia la causa legale che i problemi di salute del regista – non hanno fatto altro che alimentare l'aura da film “maledetto” che questo progetto si porta appresso sin da quando Gilliam tentò per la prima volta di girarlo con Johnny Depp e Jean Rochefort nel 2000. Come sempre consigliamo il bellissimo documentario Lost in La Mancha per capire la fatica – e la “sfiga”, come spiega il direttore della fotografia Nicola Pecorini – nel realizzare un film che pareva irrealizzabile. E che invece, per nostra fortuna, è qui.

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Fonte: Variety