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Venezia: John Landis presenta il restauro del suo Lupo mannaro

Un lupo mannaro americano a Londra torna restaurato in 4K. Il regista a Venezia: “Lavoro meno perché mi propongono film brutti. Ma presto vedrete qualcosa di mio”

John Landis

04.09.2016 - Autore: Marco Triolo (Nexta)
È sempre un piacere incontrare dal vivo John Landis, regista leggendario del cinema americano. Lo è soprattutto perché Landis ha un senso dell'umorismo contagioso che trasforma ogni incontro in uno show. Il regista è a Venezia per presentare il restauro 4K del suo capolavoro horror, Un lupo mannaro americano a Londra, e durante l'incontro con la stampa ha ricordato l'episodio chiave che gli diede l'idea per il film: “Lavoravo come tuttofare sul set de I guerrieri, nel 1969 nell'allora Jugoslavia. Un assistente di nome Sacha mi portava in giro con l'auto, e una volta stavamo viaggiando verso Novi Sad quando all'improvviso Sacha si ferma. In mezzo alla strada c'era un gruppo di persone, alcuni preti ortodossi e dodici o tredici gitani, vestiti come comparse de L'uomo lupo. Vicino a loro c'era il corpo di un uomo, avvolto in un sudario che a sua volta era avvolto in corone d'aglio. Era un funerale. Dopo aver scavato una buca e aver pregato, hanno letteralmente scaraventato il corpo nella buca. Sacha trovò la cosa molto divertente e si prese gioco dei paesani ignoranti, io invece ero affascinato perché una settimana l'uomo era andato sulla luna e questa gente credeva ancora negli zombi. Decisi che volevo scrivere film sul sovrannaturale e scelsi i licantropi perché sono comuni a tutte le culture”.
 
Sul motivo che lo ha spinto a lavorare molto meno negli ultimi due decenni, Landis ha rivelato: “Beh, mi offrono film tutto il tempo, ma di solito sono così terribili da spingermi a chiedermi se davvero, alla mia età, voglia perdere il mio tempo per dirigere schifezze. Un altro motivo è che ormai gli Studios non ti danno più il final cut sui film. Ho certamente delle idee che vorrei realizzare, ma prima bisogna trovare qualcuno che me le finanzi. Con l'evoluzione della tecnologia, è sempre meno costoso e più democratico fare film, mentre ironicamente ottenere una distribuzione cinematografica è sempre più difficile”.
 
Eppure, promette, “sto producendo un film, una cosa molto interessante che sto facendo con degli autori di Chicago e di cui sentirete parlare tra un po'. Oh, e poi ho fatto una cosa che uscirà nel 2017, ma se ne parlo finisco nei guai!”.