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Una scommessa sulle attese del pubblico

Sequel: una scommessa sulle attese del pubblico

Blair Withc

25.05.2001 - Autore: Stefano Finesi
Facciamo un po di conti sparsi: costato la cifra risibile di 35.000 dollari, Blair Witch Project ne incassa 140 milioni solo negli States, mentre il seguito (a cui già è stato accodato anche un terzo episodio) con un budget di 15 milioni di dollari ne incassa solo il doppio. Daltra parte Il silenzio degli innocenti, al modico budget di 22 milioni, porta a casa ben cinque Oscar e incassi lusinghieri, mentre Hannibal costa quattro volte, è un polpettone indigesto, ma grazie alle attese smodate e alla pubblicità sbanca comunque il botteghino. Nel 1984, uno sconosciuto di nome James Cameron veniva alla ribalta con Terminator, costato 6 milioni di dollari: rifarà lui stesso il seguito sette anni dopo, spendendone 100 e guadagnando ben sei volte tanto, oltre a conquistare la stima imperitura dei suoi fan. E, a ragione, poteva urlare, la notte degli Oscar di tre anni fa: Sono il re del mondo. Le logiche economiche che regolano la produzione dei sequel sono diverse e imprevedibili fino in fondo, come diversissimi sono gli effettivi risultati al botteghino, ma un denominatore comune sottende alle varie scelte: il sequel conta su un orizzonte dattesa. Il film in cantiere ha già la strada spianata dal successo del film precedente e può contare su una specie di incasso minimo derivante dai fan del primo episodio, pronti ad assediare i cinema nel primo week-end di programmazione, secondo la stessa logica che presiede solitamente allacquisto dei diritti dei grandi best-seller (nel caso di Hannibal, De Laurentiis ha compiuto una perversa manovra incrociata). È per questo allora che conta moltissimo la continuità assicurata dalla presenza non tanto del regista (la saga di Starwars ha resistito a una più che momentanea defezione di Lucas) quanto degli stessi attori protagonisti delloriginale: si sa che Keanu Reeves ha strappato cifre scandalose per vestire i panni di Neo nel secondo e nel terzo episodio di Matrix, ma daltra parte i produttori di Speed 2 si stanno ancora mangiando le mani. Il primo episodio, infatti, costato 30 milioni di dollari, aveva incassato quasi dieci volte tanto, mentre il secondo, costatone ben 110 ma orfano di Keanu (sostituito da Jason Patric) ha rastrellato in America la miseria di 48 milioncini. Anche il ruolo del produttore è fondamentale nel garantire lomogeneità della serie, ma soprattutto nel tastare il polso al pubblico per assecondarne levoluzione dei gusti e calibrare gli episodi al punto giusto: Joel Silver, che proprio i sequel di Matrix tiene in cantiere, è stato anche lartefice dellinossidabile serie Arma letale, giunta dai toni foschi e hard-boiled degli inizi allallegro spirito da commedia per famiglie del quarto episodio. A livello produttivo, come ancora Matrix ci dimostra, si tende anche a realizzare più episodi contemporaneamente, quando il successo della serie si preannuncia quasi matematico: si cominciò alla fine degli anni ottanta con luscita dei due seguiti di Ritorno al futuro, girati insieme e con tanto di irritante promo del terzo episodio alla fine del secondo, interrotto guarda caso sul più bello. Ora è pratica comune con lenorme progetto lucasiano della saga di Starwars o con i tre film girati da Peter Jackson a partire dal celeberrimo romanzo Il signore degli anelli, forte già di milioni di fan in tutto il film: potenziali spettatori che solo con la loro spasmodica attesa hanno permesso una scommessa così audace. E, naturalmente, finché ci sarà attesa ci saranno sequel in cantiere.