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Un giorno questo dolore ti sarà utile - Recensione

Faenza gira un racconto di formazione popolato di personaggi con cui è impossibile identificarsi

Un giorno questo dolore ti sarà utile - Toby Regbo, Deborah Ann Woll

22.02.2012 - Autore: Marco Triolo
Ammettiamolo, “Un giorno questo dolore ti sarà utile” è la frase che tutti avremmo bisogno di sentirci dire in quel periodo così complicato e frustrante che è l'adolescenza, in cui una guida farebbe giusto comodo per capire quale direzione intraprendere nella vita.

Di una guida avrebbe bisogno anche James Sveck (Toby Regbo), diciassettenne che si sente diverso dai coetanei, non trova nei genitori dei modelli da seguire, è confuso sulla sua identità sessuale e non ha alcuna intenzione di andare al college. Starà a lui risolvere i propri problemi e le ansie da prestazione, con qualche piccolo aiuto da parte della nonna (Ellen Burstyn) e di una life coach (Lucy Liu), e trovare il proprio posto nel mondo.

Un giorno questo dolore ti sarà utile recensione - Toby Regbo con Lucy Liu

Roberto Faenza gira a New York questo racconto di formazione, tratto da un best-seller di Peter Cameron e situato in una curiosa via di mezzo tra “I dolori del giovane Werther” e “Tadpole” di Gary Winick. James è un giovane upper class, ricco, bello, colto, ama leggere e andare al cinema, ascolta musica classica. E' insomma il prototipo di tutto ciò che i suoi coetanei non sono, e per questo si sente un outsider. Non sa cosa sia la normalità, ma d'altro canto vive in una famiglia in cui il padre è un vanesio che si sottopone alla chirurgia plastica, la madre sposa uomini per poi lasciarli dopo due giorni e la sorella ha una relazione con un uomo molto più vecchio di lei e sposato, dunque forse la normalità è un concetto un po' più fluido di quello che vorrebbero fargli credere.

Il nostro incontro con Faenza e Stephen Lang.

Faenza vorrebbe che parteggiassimo per James, per il suo viaggio alla scoperta di se stesso, la sua presa di coscienza e il passaggio all'età adulta. Peccato che l'immedesimazione sia impossibile: la madre è proprietaria di una galleria d'arte, il padre un businessman. James è ricco, come dicevamo, si aggira in un mondo fatto di costose stanze d'albergo, feste esclusive, bottiglie di champagne. Vorrebbe comprare un cottage con la mancetta. Poverino.

Un giorno questo dolore ti sarà utile recensione - Toby Regbo e Stephen Lang

La conseguenza diretta è che James risulta insopportabile, e i suoi problemi personali ridicoli. Davvero c'è bisogno di un film di un'ora e quaranta per raccontare il dilemma esistenziale di un adolescente di buona famiglia che non sa se andare al college o no? Faenza – ma forse la colpa è da attribuire a Cameron? infila un personaggio fastidioso dietro l'altro, e finisce per “normalizzare” il tutto nell'ultimo quarto d'ora, quando come da programma tutti i nodi vengono al pettine nel miglior modo possibile, a tarallucci e vino. Alla fine, James sorride alla telecamera, tanto per sottolineare al pubblico che, sì, ora ha fiducia in se stesso e ha risolto tutto.

In tutto questo, la cosa migliore è come sempre Stephen Lang. L'attore di “Avatar” e “Terra Nova” appare per un massimo di cinque minuti, come se il suo fosse un cortometraggio incastrato nel film. Il suo ruolo è quello del nuovo marito della madre di James (Marcia Gay Harden), un giocatore compulsivo scaricato dopo quarantotto ore dalle nozze. Lang è anche l'unico a risultare umano in questa galleria di frigidi ricconi dalle vite perfette. Piange, si infuria, sta in piedi sotto la pioggia, chiede perdono per i suoi peccati. Se solo avesse avuto più spazio...

Un giorno questo dolore ti sarà utile”, in uscita il 24 febbraio, è distribuito da 01. Per saperne di più, guardate il trailer.