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Top Five: Othello tra cinema e teatro

Nelle sale per un giorno l'Othello del National Theatre. Ripercorriamo la storia del Moro di Shakespeare al cinema

Othello

11.03.2014 - Autore: La Redazione
A 450 anni dalla nascita di Shakespeare, teatro e cinema, come in un doveroso omaggio, convergono per dare vita a una rappresentazione congiunta dell’Othello del drammaturgo inglese. L’11 marzo, in data unica, la tragedia del Bardo di Avon approda direttamente dal National Theatre di Londra ai grandi schermi nostrani. La versione messa in scena nel teatro londinese appare come una interessante rivisitazione contemporanea della tragedia di Shakespeare, a cominciare da una insolita ambientazione che spazia dal classico pub londinese fino a caratteristici fortini di cemento armato situati nell’isola di Cipro. L’Otello di Shakespeare colpisce per la sua modernità e per una trama che, tra tradimenti suggeriti, gelosie accecanti, menzogne  e amori segreti, appare ancora oggi come tremendamente attuale. Un compendio di emozioni umane rappresentate anche sul grande schermo in numerosi adattamenti per la settima arte, già all’epoca del cinema muto.



Otello di Orson Welles (1952)
Nel 1952 è Orson Welles a dirigere, sceneggiare e interpretare, proprio nei panni di Otello, una avvincente trasposizione cinematografica  che venne premiata a Cannes con il Grand Prix du Festival.  Un film travagliato e realizzato tra innumerevoli difficoltà, soprattutto di budget. Il genio di Welles permette di sopperire ai limiti economici con una messa in scena dalle sembianze teatrali che fu, però, ampiamente criticata per la ferocia di alcune riprese. Straordinaria caratterizzazione dei personaggi e resa cinematografica elevata per un film passionario ed estremo, che si nutre dell’immaginario shakespeariano e della creatività stessa del cineasta statunitense.  



Otello con Laurence Olivier (1965)
Nel 1965 il Moro di Venezia è stato interpretato da Laurence Olivier, in un adattamento cinematografico dell’allestimento teatrale del National Theatre che vide lo stesso attore britannico come protagonista. Il film, diretto da Patrick Barton, Stuart Burge e John Dexter, ottenne numerosi riconoscimenti, incluso un ruolo da protagonista nella Notte degli Oscar con quattro nomination. Nella pellicola emerge l’istrionismo di Olivier, che costruisce il suo personaggio partendo dalle fondamenta, esibendo un insolito accento e impegnandosi in un portamento selvaggio per maturare una naturale aderenza con la figura del Moro. Da un punto di vista stilistico, lo scarso budget non penalizza la pellicola, grazie all’evidente abilità nell’utilizzo della macchina da presa che indugia su lunghi e ripetuti primi piani.



Otello di Franco Zeffirelli (1986)
Un regista da sempre affascinato dalle tragedie del poeta inglese è indubbiamente Franco Zeffirelli, che nel 1986 propose un allestimento cinematografico dell’Otello di Verdi su libretto di Arrigo Boito e chiaramente ispirato al dramma di Shakespeare. Nel ruolo del Moro di Venezia troviamo Placido Domingo, mentre Katia Ricciarelli interpreta la sfortunata Desdemona. Il film ha nelle maestose scenografie e nella esibizioni canore dei suoi interpreti il suo punto di forza. Una pellicola che unisce, nel nome del bardo di Avon, letteratura, opera lirica e cinema in una commistione artistica a forti tinte barocche, in uno stile evidentemente zeffirelliano.



Othello di Oliver Parker (1995)
Nel 1995 è la volta di Laurence Fishburne nell’Otello di Oliver Parker, qui al suo esordio dietro la macchina da presa. Una delle rare trasposizioni della tragedia di Shakespeare con protagonista un attore di colore, affiancato da un superbo Kenneth Branagh nei panni di Iago. Proprio quest’ultimo sembra essere il vero protagonista della pellicola: l’alfiere, infatti, appare in tutta la sua lucida cattiveria e in quella abilità manipolatoria che segnerà il destino del Moro e della sua sposa. Rispetto ai numerosi adattamenti del passato, Parker sembra voler uscire dalla tipica atmosfera teatrale con una ambientazione naturale decisamente ben curata. Il montaggio è frenetico e lo stesso regista appare determinato nell’imporre il suo personale punto di vista allontanandosi dalla letteratura di riferimento per suggerirci una manifesta tensione razziale che accompagna il complicato amore tra Otello e Desdemona in pubblico.



O come Otello (2001)
Nel 2001, infine, Tim Blake Nelson, seguendo l’esempio di Baz Luhrmann e del suo Romeo + Giulietta, realizzò “O” come Otello, una versione postmoderna della tragedia di Shakespeare, dove il Moro di Venezia viene trasformato in Odin, leader di una formazione di basket del college e fidanzato di Desy, la figlia del preside di cui però è innamorato anche Hugo  - novello Iago - che scatenerà la gelosia di Odin fino al tragico epilogo. Adattamento interessante e coraggioso con le ambientazioni originali che vengono stravolte per trovare una nuova collocazione negli Stati Uniti, così come la romantica Verona shakespeariana era stata trasformata in un pericoloso ghetto losangelino nel film di Luhrmann. La giovane età dei protagonisti, però, risulta essere penalizzante e l’intreccio amoroso e vendicativo della tragedia originale viene riproposto in una forma poco credibile.

L'Othello del National Theatre è distribuito nelle sale da Nexo Digital. La rappresentazione teatrale, diretta da Nicholas Hytner e interpretata da Adrian Lester e Rory Kinnear, è solo la prima di una lunga serie di appuntamenti che permetteranno al pubblico italiano di immergersi nelle magiche atmosfere del National Theatre, una vera e propria casa naturale per gli amanti del drammaturgo inglese. L’8 aprile sarà la volta di Coriolanus, mentre il 6 maggio la sinergia teatro-cinema sarà rafforzata da War Horse, reso celebre dalla pellicola omonima diretta da Steven Spielberg. Il 24 giugno, infine, sarà possibile ammirare un nuovo entusiasmante adattamento di Re Lear.

A seguire il trailer dell'Othello.