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The Ricktatorship

Cosa succede se il protagonista si trasforma in antagonista?

The Walking Dead 3 Ricktatorship

14.10.2012 - Autore: Ludovica Sanfelice
Più dell'arrivo di nuovi personaggi noti ai lettori del fumetto, più dello spostamento dell'azione nella prigione, a tenere desta l'attenzione sul terzo capitolo della serie è l'evoluzione narrativa del protagonista. The Walking Dead, dietro la maschera horror e i trucchi straordinari di Greg Nicotero, porta infatti avanti il discorso politico di George Romero sulla nascita dei totalitarismi. Il peggior nemico dell'uomo è l'uomo stesso soprattutto se ricondotto al grado zero della civiltà. La lezione è nota eppure il suo impatto sul piccolo schermo è un azzardo.

Sono anni che andiamo cantando le lodi del linguaggio seriale che in America, per impulso dei canali via cavo, ha trovato terreno fertilissimo per la sperimentazione, eppure l'irruzione di questo horror e la sua accettazione su larga scala registrano una volta di più come anche il pubblico abbia maturato i propri gusti premiando quella scrittura che sa davvero raccontare qualcosa.

Ma come? L'horror non era un genere di serie B? E tutto quel gore come si qualifica?
Sì, i corpi in putrefazione non sono proprio la più leggera delle metafore, ma è necessario affogare le mani nel fango se di fango si vuole parlare. L'apocalisse zombie è solo l'estremizzazione del tema drammatico, è insomma ciò che costringe l'umanità a fare i conti con la propria natura primordiale e a rivelarsi nella sua mostruosità. Roba che al confronto gli zombie sono creature graziose.

TWD 3 Rick Grimes

In un contesto simile anche un uomo giusto, un uomo di legge ostinato a conservare lo status quo, sarà costretto a vendere la pelle. Comincerà dimostrandosi concreto e facendo quelle che crede le scelte giuste. Inviterà i suoi simile a mantenersi uniti e a far fronte comune contro la minaccia esterna. Si troverà a sedare gli umori diversi di una comunità disperata che ha promosso le singolari necessità a bene supremo. Si opporrà alle guerre intestine, ma dovrà farlo con la forza, imponendo la sua voce su quella degli altri. Capirà che le regole che difendeva erano legate ad un mondo che non c'è più. Tutto ciò che ha fatto per gli altri diventerà col tempo strumento di ricatto e arriverà il giorno in cui il dissenso lo disturberà. Quel giorno dichiarerà che la democrazia è morta. Quel giorno inizierà la Ricktatorship e finirà la seconda stagione dello show. E nella storia della serialità in quello stesso giorno il protagonista diventerà l'antagonista: un'apocalisse che attendevamo con ansia. Uccidere l'eroe è infatti sempre una scommessa radicale, trasformarlo in un dittatore non è certo da meno.

TWD 3 Ricktatorship

Capite adesso la follia e il panico che hanno colto i fan della serie? Senza neppure più il vangelo a fumetti in cui cercare risposte. La realtà della serie televisiva ha infatti inghiottito, digerito e sintetizzato la storia originale scavalcandola, deformandola e rappresentandola anche diversamente. Ciò che sappiamo del nuovo capitolo è che entrerà in gioco la figura del Governatore, leader di un'altra comunità di sopravvissuti che ha abbracciato l'apocalisse organizzandosi razionalmente in una società deviata. Una risposta molto diversa dall'umanesimo auspicato dal gruppo di Rick. Almeno fino alla sua delirante presa di potere verbale culminata nella frase "Questa non è più una democrazia".

Prima che tutto precipiti nell'abisso della tirannia ci siamo convinti che a Rick verrà offerta la possibilità di guardarsi allo specchio. Lì vedrà il Governatore: l'incarnazione bruta della propria deriva finale. Li capirà che il peggior nemico dell'uomo è l'uomo e forse rimpiangerà gli zombie.

Così parlò film.it